Ormai sono parte di noi. Spesso li teniamo anche addosso, consultandoli anche quando, in fondo, non ce ne sarebbe bisogno. Un popolo di consumatori-dipendenti che secondo le ultime stime passa fino a oltre tre ore al giorno davanti agli schermi di smartphone e tablet, tra frizzi, lazzi, web e social. A volte, per onor del vero, va detto che ci lavoriamo anche.

Possibile che un fenomeno del genere, che influenza pesantemente l’economia, non abbia un effetto altrettanto incisivo sul mondo delle quattro ruote? E, in particolare, del modo di comunicarlo e venderlo? La domanda è, ovviamente, retorica.

In America, il luogo dove (quasi) tutto ha inizio riguardo alla tecnologia, ci sono 207 milioni di utenti smartphone, e 156 milioni di utenti tablet. Per non parlare del resto del mondo. Consumatori digitali che offrono grandi opportunità commerciali, grazie alla messe di dati “riversati” nella rete: una manna da cielo per le campagne di marketing via web. A tale proposito, uno studio di Cars.com sostiene che il 73% di questi è disposto a preferire i dealer che sappiano intercettare trend e mode del momento sulla rete.

E qui veniamo al secondo punto, ovvero le concessionarie. Secondo una ricerca di Frost&Sullivan, il 20-30% degli spazi (anche virtuali) dei punti vendita del futuro verrà destinato alla tecnologia. Cosa che in parte già accade, almeno con alcuni marchi di lusso. Al di là di siti e configuratori, che si usano già, il contatto diretto coi prodotti avverrà sempre più tramite tablet: anziché girovagare per gli autosaloni alla ricerca del modello preferito, basterà scrollare su un touchscreen e il gioco è fatto. Per non parlare delle app scaricabili che propongono tour virtuali dei dealer: un bell’aiuto per i team e i processi di vendita, ma anche per i clienti. A patto, ovviamente, che non siano di quelli che vogliono toccare con mano.

C’è poi un ultimo, ma solo in ordine di tempo, aspetto da considerare. Come evidenziato da un sondaggio Nielsen, quasi due potenziali acquirenti su tre si aspettano ormai di avere la connettività a bordo della propria auto. E magari di poter interagire col concessionario anche dopo l’acquisto, con applicazioni e servizi dedicati che ricordino, ad esempio, gli intervalli di manutenzione ordinaria o segnalino eventuali offerte speciali.

Per intercettare desideri e necessità di chi vuole un’auto domani, insomma, bisognerà adeguarsi al cambiamento che stiamo sperimentando già oggi. E chi non lo fa, perde.

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