Sarà l’aria, sarà il clima, sarà quel vento di odio che ultimante sembra soffiare da ogni direzione e verso ogni direzione ma devo dire che, ultimamente, con frequenza inquietante, avvengono sempre più casi discriminatori verso le persone con disabilità. Ultimo in ordine cronologico è l’episodio del cane guida per non vedenti rifiutato da un hotel di Rimini.
Ogni volta, giustamente, parte il coro d’indignazione come, anche in questo caso, verso i titolari della struttura. Per fortuna per gli episodi di questo genere di discriminazione, la legge tutela chi, ad esempio, non può fare a meno di un cane guida (L. n. 34/1974). Anche perché, nel momento in cui si vieta l’accesso al cane è come se lo si vietasse anche al non vedente.
Vorrei però andare oltre l’episodio e soffermarmi sui commenti. Non c’è ancora una legge che ci tuteli dall’ignoranza. Leggendo alcuni commenti si denota quasi un’insofferenza (oltre che un’intolleranza) verso chi è disabile. Una forma di repulsione. Quasi di odio. Come se una persona se la fosse scelta la propria disabilità e che, di conseguenza, non dovesse poi lamentarsi troppo e fare tante storie.
Che sia per colpa del fato e ognuno debba inchinarsi al proprio destino o sia dovuto, come rimarcato in un commento all’articolo dell’Ansa, alla lunghezza del “bastoncino” che gli è capitato dal mazzo. È un commento a cui ho cercato di rispondere in modo ironico, ma la gravità dell’affermazione rimane.
Perciò, cari amici con disabilità, vi dovete rassegnare se avete pescato il “bastoncino” più corto. È la vita, bellezza. Come se non bastasse questo pensiero c’è chi vede addirittura la persona con disabilità come un vero e proprio dittatore. Una persona che chiede e pretende e che si sente il diritto di ottenere tutto ciò che vuole (“e i diritti dei normodotati dove li mettiamo” replica una tizia in un post sulla rete). Però, non male come prospettiva. Se non fossi già disabile quasi quasi mi verrebbe voglia di diventarlo per avere tutto questo potere.
Questo fa paura. Contro gli alberghi e i negozi ci sono le leggi e ci sono i media a bastonarli. Ma contro quelli del “bastoncino” e gli altri, cosa possiamo fare? Seguendo il mio carattere potrei rispondere: ignorarli. Si deve però tener conto anche delle varie sensibilità verso cui persone del genere potrebbero far del male. E magari hanno o avranno dei figli. Li faranno diventare come loro oppure la scuola, la società civile riuscirà a “salvarli”? Si censurano e si puniscono, anche esemplarmente, ogni atteggiamento e frase con connotazioni omofobe e xenofobe. Perché non fare altrettanto per ciò che concerne la “disabilofobia”? Non è solo una battuta, perché si deve tener conto (e, di conseguenza, preoccuparci) del fatto che questi commenti non sono altro che lo specchio di una società in cui viviamo. Non crediate che questi episodi siano pochi e isolati. Molti commentano in modo meno appariscente e aggressivo ma non si discostano poi, di fatto, dagli altri che, in modo più esplicito e cinico, sputano fastidio e disprezzo verso le persone con disabilità.