Se il 22 settembre prossimo non sapete che fare, complice anche la fine dell’estate, ecco che il Ministero della Salute, guidato da Beatrice Lorenzin, viene in vostro soccorso. A Roma, Bologna, Catania e Padova, infatti, si svolgerà il primo “Fertility Day”, una giornata interamente dedicata alla sensibilizzazione sulla natalità, sulla necessità di fare figli, “per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilità e della sua protezione”. L’istituzione di questa giornata, come si legge sul sito del ministero della Salute, “è prevista dal Piano Nazionale della Fertilità per mettere a fuoco con grande enfasi il pericolo della denatalità nel nostro Paese, la bellezza della maternità e della paternità, il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori, l’aiuto della Medicina per le donne e per gli uomini che non riescono ad avere bambini”.
Accanto ad argomenti serissimi e scientificamente rilevanti, dunque, l’ineffabile Lorenzin ci ricorda anche “la bellezza della maternità e paternità”, con un sito interamente dedicato all’evento e addirittura un “fertiliy game”, un gioco per ragazzi sui comportamenti che limitano la fertilità. Una vera e propria battaglia per la natalità, quella lanciata dal ministero della Salute, con le quattro piazze scelte che ospiteranno anche “Villaggi della Fertilità”, un’area per i bimbi chiamata “Lo sai che”, mostre fotografiche sulla salute riproduttiva, tavole rotonde e dibattiti.
Sui social, intanto, da qualche giorno circolano le dodici cartoline ufficiali della campagna, con messaggi più o meno condivisibili che dovrebbero invogliare donne e uomini (ma soprattutto donne) a riprodursi per dare una mano al Paese, in piena crisi demografica ormai da anni. Molti utenti di twitter e facebook sembrano non avere apprezzato la campagna, concentrandosi soprattutto su alcune cartoline che veicolano messaggi non proprio in sintonia con il sentire comune del Terzo Millennio. Uno dei più discussi mostra una donna con una clessidra in mano e la scritta “La bellezza non ha età, la fertilità sì”. Care donne, insomma, sbrigatevi perché l’orologio biologico corre e non vi state concentrando a sufficienza sulla necessità di dare un futuro al Paese.
E ancora, ecco che in un’altra cartolina si auspica un aumento di “Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi”, con quattro piedi incrociati nell’evidente atto sessuale e uno smile, messo lì senza motivo alcuno, solo perché fa “giovane”. L’arma scelta sui social per replicare al fertility day (e soprattutto al metodo usato per parlare di un tema che non può essere banalizzato) è come sempre l’ironia. Si va da chi si chiede quando arriverà la “tassa sugli scapoli” a chi si lancia in paragoni tra il fertility day della Lorenzin e la campagna per la natalità di Mussolini. Tra ironia e proteste femministe, il 22 settembre si avvicina, e con esso il primo Fertility Day targato Lorenzin. Perché evidentemente “il numero è potenza”, come diceva qualcuno.