Grazie a un accordo integrativo i docenti di Sicilia e Sardegna che non hanno ottenuto la domanda di assegnazione provvisoria possono mettersi a disposizione sul sostegno. “Il sindacato tutela gli insegnanti senza pensare ai ragazzi disabili, così viene minata la continuità didattica"
E’ corsa al posto di sostegno in queste ore per le migliaia di docenti della Sicilia e della Sardegna trasferiti al Nord con la mobilità. Chi non ha ancora fatto la valigia potrebbe trovare una soluzione ai suoi guai andando ad insegnare ai diversamente abili pur non avendo la specializzazione prevista dalla Legge 104 del 1992. Grazie a un accordo integrativo del contratto regionale sindacati e Uffici scolastici regionali hanno trovato una soluzione per i docenti che non hanno ottenuto la domanda di assegnazione provvisoria, dando loro la possibilità di mettersi a disposizione per un posto sul sostegno. Il tutto a poche ore dal primo settembre, giorno in cui maestri e professori sono tenuti a prendere servizio nella scuola assegnata. Un caos che dev’essere gestito in primis dagli uffici scolastici territoriali e che ha creato non poche polemiche tra le associazioni dei famigliari dei disabili e le organizzazioni sindacali.
“Il sindacato tutela gli insegnanti senza pensare ai ragazzi disabili. La Legge 104 parla chiaro. Da sempre – spiega Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap che raggruppa tutte le associazioni con famigliari di ragazzi in difficoltà – quando è esaurita la graduatoria degli specializzati si attinge a chi quel titolo non l’ha. Occorre valutare il problema in un’altra ottica. Pensare che questi insegnanti possano comunque assicurare la continuità è assurdo: quest’ultima è garantita solo se l’insegnante curriculare porta a compimento il ciclo scolastico”.
Una soluzione sulla quale va prestata attenzione anche secondo i vertici della Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità: “Se queste persone vanno a prendere il posto di insegnanti specializzati allora la toppa è peggio del buco; se invece questi posti sarebbero stati coperti da persone senza il titolo allora non cambia molto”.
A spiegare il tutto ci pensa la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi: “Storicamente nel rapporto contrattuale la questione dei titoli è stata usata per garantire la continuità didattica. Va precisato come avviene la procedura in questi giorni: gli uffici monitorano il numero dei precari in graduatoria con specializzazione, sia quelli della Gae che di seconda fascia. Esauriti questi posti si passa all’assegnazione provvisoria di coloro che non hanno il titolo. In Sicilia i posti di sostegno sono oltre 4mila: hanno congelato i posti per coloro che sono possesso del titolo e hanno aperto alle assegnazioni provvisorie per chi è stato trasferito lontano da casa”. Secondo i dati diffusi dalla rivista “La tecnica della Scuola” si parla di circa due mila cattedre in Sicilia “scoperte” e altre 160 circa in Sardegna.
Una exit strategy che penalizza anche chi in passato veniva nominato su questi posti ovvero i cosiddetti supplenti annuali che talvolta avevano anche la specializzazione. Una guerra tra poveri che “Tutto Scuola” ha definito una “deregulation pericolosa”. Sul caso è intervenuta anche l’onorevole Elena Centemero che ha condannato l’accordo raggiunto tra i sindacati affermando che “per diminuire l’impatto negativo della Legge 107 sui docenti si crea un problema gravissimo”. Intanto nelle prossime ore l’accordo tanto contestato potrebbe essere firmato anche in Abruzzo.