Mentre Ankara diffonde la notizia di aver scovato una “scuola” dell’Isis proprio nella capitale, si è dimesso a sorpresa il ministro dell’Interno Efkan Ala, a lungo nel mirino per i numerosi attentati terroristici che hanno colpito i Paese durante il suo mandato. Considerato da molti analisti uno degli uomini di fiducia del premier Yildirim, sarà sostituito dal ministro del Lavoro Suleyman Soylu. Lo ha annunciato il premier stesso. Al ministero del Lavoro è stato invece nominato Mehmet Muezzingolu, ex ministro della Salute.
Una “scuola” dell’Isis è stata scoperta da reparti dell’antiterrorismo turco nel centro della capitale Ankara. Secondo quanto riferito dai media locali, la struttura dove si insegnavano le tecniche di combattimento e l’utilizzo di vari armamenti, era gestito da uomini dello Stato islamico e da cinque anni venivano indottrinati circa trenta minori, di cui venticinque bambine, tra i 9 e i 18 anni ancora da compiere. Gli investigatori turchi hanno scoperto che a consegnare i bambini ai “maestri” sono stati in alcuni casi gli stessi genitori, mentre diversi ragazzini sono stati adescati su internet e poi reclutati – spesso costretti con la forza – per sostenere i fedeli dell’autoproclamato califfo Al-Baghdadi. La polizia ha chiuso la struttura, che formalmente era una libreria, e fermato almeno diciassette sospetti, oltre ai bambini. Da gennaio in Turchia sono state 815 le persone arrestate nelle operazioni di lotta al Daesh. Lo ha detto il ministro dell’Interno Ala, poco prima di farsi da parte. Oltre la metà dei fermati sono stranieri.
Fallito golpe, arrestato ex deputato del partito di Erdogan – Intanto nell’ambito dell’inchiesta sulla rete di Fethullah Gulen, considerato da Erdogan la mente del tentativo di colpo di Stato in Turchia del 15 luglio scorso, è stato arrestato l’ex parlamentare del partito islamico Akp, anche ex vice presidente della commissione Affari costituzionali del parlamento di Ankara. Idris Sahin è finito in carcere con l’accusa di avere stretto legami con il movimento del predicatore turco che vive negli Stati Uniti. Sempre oggi, riferiscono i quotidiani locali, la procura turca di Konya ha emesso altri 90 mandati d’arresto per “sospetti gulenisti”, tra cui diversi poliziotti e insegnanti. Altri 40 poliziotti sono stati arrestati a Smirne.
In Turchia ok alla legge sulla riconciliazione con Israele – Sempre oggi il presidente turco ha firmato la legge che ratifica l’accordo per la normalizzazione dei rapporti con Tel Aviv. Lo riferiscono i media filogovernativi turchi dopo che il 20 agosto l’accordo è stato approvato dal Parlamento. A fine giugno Turchia e Israele si erano accordati per riprendere le relazioni interrotte dal 2010 dopo il blitz delle forze israeliane sulla nave turca Mavi Marmara, che faceva parte della Freedom Flotilla diretta verso la Striscia di Gaza. Nell’assalto morirono dieci cittadini turchi.
L’intesa prevede il reinsediamento dei rispettivi ambasciatori e, tra l’altro, indennizzi da parte di Israele per 20 milioni di dollari per le vittime dell’assalto sulla Mavi Marmara. Per quanto riguarda la Striscia di Gaza, resta il blocco marittimo israeliano ma la Turchia potrà realizzare infrastrutture e da luglio è iniziato l’invio di aiuti umanitari attraverso il porto israeliano di Ashdod.