“La campagna del Ministero della Salute per il Fertility Day resta nella sua impostazione ma stiamo rivedendo le due cartoline che hanno fatto più scalpore, quella della clessidra e quella che dice ‘datti una mossa’”: così Beatrice Lorenzin sul FertilityDay2016. Una marcia indietro, seppure parziale, che arriva dopo le polemiche scatenate dalla strategia di comunicazione realizzata per contrastare la denatalità e ricordare agli italiani “la bellezza della maternità e paternità“.
Una campagna della quale, fino a qualche ora fa, al Ministero dicevano di non sapere niente. Eppure qualcuno deve averle ideate e realizzate le dodici cartoline istituzionali utilizzate per veicolare messaggi che hanno fatto infuriare molti utenti in rete, scatenando un’ondata di tweet e post indignati secondo i quali si tratta di una comunicazione dall’imprinting fascista, frasi mirate a far sentire le donne in dovere di procreare senza alcun accenno a welfare, assistenza, contratti di lavoro stabili.
“In Italia c’è un allarme demografico: se si continua così, si rischia la crescita zero nel 2050. E so che sul tema della natalità influiscono politiche del lavoro, fiscali, sociali. Ma io sono il ministro della Salute e mi occupo dell’aspetto sanitario”, ha detto a questo proposito la ministra in un’intervista a La Stampa. “C’è scritto da qualche parte ‘Devi fare un bambino’ o ‘devi partorire’? Distinguiamo l’aspetto sociologico da quello sanitario. Noi vogliamo informare le persone, a tutto campo, anche sulle malattie sessualmente trasmissibili: con la campagna e con il lavoro nelle scuole, nelle farmacie, nelle Università, dai medici”.
“Abbiamo 22 giorni per migliorare la qualità della campagna – ha proseguito il Ministro della Salute che si è detta “stupita” e “amareggiata” per gli attacchi delle ultime ore. “Il tasso di infertilità in Italia è intorno al 30 per cento: il piano nazionale sulla fertilità fatto da esperti vuole preservare la possibilità di procreare. Perché si possono fare campagne sul diabete o sul cancro, e sulla fertilità no?”