Scende sotto quota 50 l'indicatore Pmi manifatturiero italiano. Il dato, che riassume l’indagine condotta tra i direttori degli acquisti delle aziende del settore si è fermato a 49,8 punti contro i 51,2 di luglio e i 53,8 punti di agosto 2015. Intanto Fca ha chiesto due settimane di Cig per i lavoratori dello stabilimento di Melfi
L’industria italiana segna il passo e Fiat chiede la cassa integrazione per lo “stabilimento simbolo” di Melfi. Scende, infatti, sotto quota 50 l’indice Pmi manifatturiero italiano, segnalando quindi una contrazione del ciclo. Il dato, che riassume l’indagine condotta tra i direttori degli acquisti delle aziende del settore si è fermato a 49,8 punti contro i 51,2 di luglio e i 53,8 punti di agosto 2015. Si tratta del dato più basso dal dicembre 2014, e cioè negli ultimi 20 mesi. A provocare la discesa dell’indice, il calo dei nuovi ordini – per la prima volta negli ultimi 18 mesi – mentre i prezzi alla produzione sono scesi per l’ottavo mese di fila.
In una nota a commento dell’indice, l’istituto Markit spiega come “il settore manifatturiero italiano abbia mostrato un rallentamento di fondo”. In agosto i livelli di produzione sono aumentati in linea con la tendenza osservata mensilmente dall’inizio del 2015, anche se, nell’arco di questa sequenza, il tasso di espansione è stato più lento e, nel complesso, solo marginale. Ad agosto, l’occupazione ha continuato a crescere in tutto il settore manifatturiero, estendendo a 20 mesi la sequenza di aumento degli organici. “Tuttavia – sottolinea Markit – come già osservato per la produzione, il tasso di crescita delle assunzioni è rallentato, segnando ritmi modesti”.
Appena 24 ore fa, Fiat Chrysler Automobiles ha inoltrato alle rappresentanze e alle organizzazione sindacali dello stabilimento di Melfi una richiesta di cassa integrazione guadagni ordinaria dal 26 settembre al 7 ottobre per i circa 1.100 lavoratori impegnati sulla linea di produzione della Punto. Attualmente i lavoratori occupati da Fca nello stabilimento di Melfi sono complessivamente circa 7.700, e sono impegnati soprattutto nella produzione della Jeep Renegade e della Fiat 500X. “Con la richiesta inoltrataci oggi dall’azienda è chiaro che siamo di fronte ad un primo segnale che ci porterà, non nell’immediato, alla fase finale dell’attuale modello della Punto, è pertanto indispensabile aprire anzitempo un confronto con Fca volto a trovare, in prospettiva, le soluzioni occupazionali e produttive per i circa 1.100 addetti attualmente occupati sulla linea Punto, considerando anche la possibilità di un nuovo modello da affiancare a quelli recenti”, spiega in una nota Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl.