Dire che La storia infinita sia una perfetta metafora dell'adolescenza, di come il mondo degli adulti possa finire per uccidere la fantasia dei bambini è pleonastico, così come ricordare che La storia infinita è diventata, solo cinque anni dopo la sua pubblicazione, un film di grande successo
Uno va su Google, per cercare questo o quello e, ogni giorno, incappa in uno degli argomenti che finiranno trend topic nelle ore successive. A volte, e sono i giorni tristi, si parla di eventi catastrofici, di cronaca, ma a volte, è il caso di oggi, a finire nei Google Doodle, di questo stiamo parlando, sono anniversari che altrimenti ci saremmo sicuramente persi. Mettete proprio il caso di oggi, 1 settembre 2016. Uno va su Google e si vede un bambino pensoso, meravigliato, che legge un librone antico, alle sue spalle uno sfondo verde scuro con scritta d’oro, come a regalare al tutto un tocco di epico, di magico.
Ci clicchiamo sopra, a questo servono i Google Doodle, e scopriamo che oggi, trentasette anni fa usciva La storia infinita di Michael Ende, uno dei classici di sempre della letteratura fantastica. Ora, a parte il constatare, per quella sorta di cinismo che sembra ormai averci colpito a morte, che evidentemente oggi non c’era un anniversario più tondo, perché trentasette, oggettivamente, è un numero davvero strano da celebrare, la meraviglia, la stessa meraviglia che si intravede nel protagonista del Doodle, ci coglie prendendo coscienza che il libro di Ende abbia solo trentasette anni.
Nel senso, ripensandoci sembrerebbe che sia lì da molto più tempo, almeno dai tempi de Il signore degli anelli. In realtà, e questa è una notiziola di contorno, La storia infinita, in nomen omen, ha avuto una serie infinita di stesure, per la natura estremamente fantastica della trama e della scrittura, per cui anche riguardo la reale data di pubblicazione esistono più versioni, ma sicuramente il 1979 è l’anno, e questo in qualche modo cristallizza un’opera sulla cui natura fantasy, e questa è altra notiziola, si è a lungo dibattuto, essendo La storia infinita un metaromanzo dentro il quale è contenuto una trama fantastica, trama fantastica che però ha senso solo per la presenza del mondo reale, il nostro.
Dire che La storia infinita sia una perfetta metafora dell’adolescenza, di come il mondo degli adulti possa finire per uccidere la fantasia dei bambini è pleonastico, così come ricordare che La storia infinita è diventata, solo cinque anni dopo la sua pubblicazione, un film di grande successo, La storia infinita, appunto, film che si concentra solo sulla prima parte del romanzo, il viaggio di Atreiu. Film che venne disconosciuto da Ende, il quale provò in tutti i modi a bloccare l’opera cinematografica, non riuscendo però nel suo intento per questioni meramente contrattuali. Ende, comunque, ebbe un grandissimo successo col romanzo, tradotto in oltre quaranta lingue e con vendite che hanno superato i dieci milioni di copie. A noi, nati negli anni sessanta, il solo titolo la Storia infinita fa purtroppo venire in mente l‘omonima canzone di Limahl, scritta con quel mostro sacro di Giorgio Moroder non in splendidissima forma, e soprattutto la sua pettinatura così anni Ottanta. Il Nulla, evidentemente, aveva già colpito anche il pianeta Terra, allora, facendo fuori la Ragione e il Buongusto.