Non ce l’ha fatta neanche stavolta Mariano Rajoy. Come era nelle previsioni della vigilia, il leader del Pardido Popular non ha ottenuto la fiducia dal Congresso dei deputati spagnolo, necessaria per permettergli di formare un nuovo esecutivo: 180 i voti contrari, solo 170 quelli favorevoli. Stesso esito del 31 agosto scorso, quando la soglia per la fiducia era fissata 176.
A differenza della consultazione di tre giorni fa, in questo caso sarebbe stata sufficiente la maggioranza semplice dei votanti. Ma che l’empasse politica sarebbe perdurata era stato ampiamente pronosticato. A sostegno di Rajoy si sono espressi i popolari (Pp), i rappresentanti di Ciudadanos e quello di Coaliciòn Canaria, ma è stata determinante l’opposizione congiunta di socialisti (Psoe), Podemos- Izquierda Unida, indipendentisti baschi e catalani. Madrid resta dunque, ancora, senza un esecutivo. Rajoy resta formalmente alla guida di un gobierno incaricato di svolgere solo gli affari correnti: uno stallo che si protrae da oltre 8 mesi.
Ora si attende la reazione di re Felipe VI, che dovrà decidere se avviare nuove consultazioni o indire nuove elezioni. Le terze consecutive in meno di un anno, che dovrebbero svolgersi, peraltro, domenica 25 dicembre, il giorno di Natale, a meno che non si riesca – come pare essere nelle intenzioni dei principali partiti – ad anticiparle di una settimana. Uno scenario in ogni caso surreale, che potrebbe essere scongiurato solo se un nuovo candidato premier dovesse essere individuato entro il 31 ottobre: prospettiva che però appare alquanto improbabile.