Le purghe di Erdogan non colpiscono solo la polizia, l’esercito, i giornalisti, i magistrati, i professori o i lavoratori statali, ma anche il teatro. D’ora in poi in Turchia alle compagnie teatrali sarà vietato portare sul palco le opere di autori occidentali. La decisione è stata presa dalla Devlet Tiyatroları, la Direzione ufficiale delle imprese nazionali di teatro in Turchia, che domenica 28 agosto ha rimosso dal calendario tutte le rappresentazioni di autori non nazionali. Tra cui quelle di Dario Fo, William Shakespeare, Bertolt Brecht e Anton Čechov.
A darne notizia per primo è stato il quotidiano il Foglio, ma la conferma è arrivata direttamente anche dal figlio del premio Nobel italiano, Jacopo Fo sentito da ilfattoquotidiano.it. Ufficialmente dietro la decisione della Devlet Tiyatroları c’è la volontà di salvaguardare e promuovere le opere teatrali turche. “Come amanti della patria, apriremo le nostre sale solo con opere locali al fine di contribuire all’integrità e all’unità della patria e per rafforzare i sentimenti nazionali”, ha detto Nejat Birecik, vice presidente della Dt ripreso da Clarion Project e dal Secolo d’Italia. Ma ad essere entrati nel mirino delle autorità non sono solo gli autori occidentali, ma anche registi e attori turchi considerati poco in linea con le posizioni di Erdogan.
Il clima si è appesantito ulteriormente dopo il mancato golpe di luglio. Tanto che lo scorso 4 agosto oltre venti associazioni di professionisti della cultura hanno firmato una nota congiunta dove denunciavano un clima da “caccia alle streghe“. Il giro di vite – racconta il Secolo d’Italia – è cominciato nei teatri di cintura di Istanbul, dove sono stati cacciati un regista, sei attori e un impiegato, accusati di appartenere alla rete golpista dell’imam Fethullah Gulen, e altri 20 attori sono stati licenziati per “scarse prestazioni”. La stagione teatrale verrà inaugurata il prossimo 4 ottobre, con la messa in scena di otto pieces in 65 teatri di tutta la Turchia. Di sicuro i turchi non potranno assistere all’Amleto.