All’indomani della notizia che le purghe di Erdogan hanno colpito anche le compagnie teatrali, alle quali sarà vietato portare sul palco le opere di autori occidentali, tra cui quelle di Dario Fo, William Shakespeare, Bertolt Brecht e Anton Čechov, il premio Nobel italiano ha risposto così, in un video, a questa decisione.
“Oggi c’è una strana notizia sui giornali, non soltanto italiani ma anche stranieri e anche in gran numero. Si tratta di un veto, duro e pesante, imposto dai turchi, dai dirigenti turchi, dopo questa sommossa, dopo questa controrivoluzione, chiamiamola, per cui, in questa decisione, tutti gli autori di teatro, soprattutto stranieri, saranno vietati. In particolare, si sottolinea, Shakespeare, Cechov, e poi Brecht e poi un certo Dario Fo, che non so chi sia… Ah, sì, sono io! Sì, anch’io insieme a loro. Un grande onore essere censurati e vietati, soprattutto, insieme a dei grossi personaggi. Un riconoscimento. Qualcuno, ridendo, ha detto: “E’ un altro Premio Nobel! Dovresti essere felice!”. Io non lo sono molto, perché penso che soprattutto in questo momento, come succedeva negli anni settanta proprio in Turchia, c’è una reazione pesante per quanto riguarda la cultura. E, guarda caso, noi stiamo recitando qui a Cesenatico, recitando e presentando, naturalmente, una mostra di pittura che parla di uno dei più grossi pensatori, scienziati importanti: Darwin. Darwin è stato, si può dire, due secoli fa, una luce che ha fatto capire, soprattutto ha dato la possibilità di scoprire cose stupende del creato e soprattutto ha rovesciato la logica e certe menzogne che da tempo si portavano avanti, anzi, da secoli e secoli. La reazione al discorso di Darwin in tutto il mondo quindi anche compreso in Italia e in Germania, in Inghilterra, in America, in Turchia di nuovo, è stato contro questa idea che faceva nascere l’uomo non direttamente da Dio ma addirittura da altri animali, in una progressione incredibile. E questo rovesciamento, bene, ha creato una reazione pesante. Questo autore, Darwin, è stato insultato e tutti quelli che lo seguivano, e addirittura sono nati processi, gente arrestata, cacciata, il veto nelle scuole di parlarne, e noi ne abbiamo voluto parlare proprio ben estesamente e con successo. Oggi sappiamo di essere censurati, cioè una cosa così in Turchia non sarebbe permessa, la cancellerebbero. Beh, meno male, posso dire, che siamo ancora in Italia”