L'attacco con il numero più alto di vittime si è verificato al centro portuale di Tartus, che ospita la base navale russa, dove una doppia esplosione nei pressi del ponte Arzuna ha ucciso trenta civili e il ferimento di 43 persone. Un kamikaze si è fatto esplodere ad Hassakeh, dove ci sono tensioni tra le truppe governative fedeli ad Assad e le milizie curde. Barack Obama: "Nessun accordo con la Russia per il cessate il fuoco"
I combattimenti in Siria continuano a susseguirsi e una nuova ondata di attentati – rivendicati dall’agenzia stampa Amaq dell’Isis – ha colpito le principali città del Paese. Nelle ultime ore almeno 53 morti e decine di persone sono rimaste ferite in una serie di attacchi che hanno colpito, in particolare, il centro portuale di Tartus che ospita la base navale russa, dove una doppia esplosione nei pressi del ponte Arzuna ha provocato la morte di trenta civili e il ferimento di 43 persone. A riferire quanto accaduto è l’agenzia Sana. La prima esplosione – ha sottolineato la stampa locale – è stata causata un’autobomba e dopo un kamikaze si è fatto esplodere tra la folla arrivata sul luogo dell’attacco. Sono state colpite da attentati anche Hassakeh – nel nordest dove ci sono tensioni tra le truppe fedeli al presidente Al-Assad e le milizie curde del Pyd – luogo in cui sono morti cinque civili e due feriti, colpiti da un attentatore che si è fatto esplodere a bordo di una moto-bomba nel quartiere di Masakin. Secondo quanto scritto dall’agenzia dell’organizzazione jihadista, ripreso poi anche dalla tv al-Arabiya, l’attacco è avvenuto nei pressi di un posto di blocco delle milizie curde.
Obama: “Nessun accordo con la Russia per una tregua” – Attentati si sono verificati anche a Homs e nella periferia di Damasco. Nella città della Siria centrale quattro persone sono morte e dieci sono rimaste ferite nell’esplosione di un’autobomba all’ingresso del quartiere di Bab Tadmur. Una persona è morta, infine, nei pressi della capitale, lungo la strada che collega al-Sabboura ad al-Baja. Intanto, a margine del G-20 in Cina, Barack Obama ha detto che “non si è trovato l’accordo” con Mosca su un cessate il fuoco in Siria. “Mancanza di fiducia” ha spiegato il presidente degli Stati Uniti dopo l’incontro con Vladimir Putin. Di diverso parere è invece il presidente russo che ha detto: “C’è, malgrado tutto, un certo avvicinamento di posizioni (con gli Usa, ndr) e la comprensione che di quello che noi potremmo fare per una de-escalation della situazione e la ricerca di un accordo reciprocamente accettabile”. E l’importanza che il presidente russo ha sulla gestione della guerra siriana, in particolare su una tregua tra le forze in campo, è sottolineata da Angela Merkel. Putin ha un ruolo chiave per permettere il passaggio degli aiuti umanitari nella città di Aleppo. “È estremamente urgente – ha dichiarato la cancelliera al termine del G-20 a Hangzhou – È chiaro che il tempo stringe data la sofferenza della popolazione”, ha aggiunto Frau Merkel che ha visto uscire il suo partito pesantemente sconfitto nelle elezioni regionali di ieri in Meclemburgo. “Stiamo lavorando con la Coalizione internazionale (sostenuta dagli Usa) e con la Russia per cercare di ottenere un cessate il fuoco ad Aleppo” in vista della festa islamica del Sacrificio, prevista a partire dall’11 settembre ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in una conferenza stampa al termine della sua partecipazione al meeting dei Venti Paesi più industrializzati del mondo.
Gli Usa inviano soldati in Turchia contro l’Isis – Gli Stati Uniti, nei giorni scorsi, hanno inviato circa 50 militari in Turchia per utilizzare il sistema Himars (High mobility artillery rocket system) appena schierato nei pressi del confine con la Siria contro i jihadisti dello Stato islamico. Lo riporta il quotidiano turco Hurriyet, spiegando che il sistema d’armamento – con un raggio di 92 chilometri e adatto ai rapidi spostamenti – si trova nella zona di Almalitepe, provincia di Gaziantep, nei pressi del sistema di difesa missilistico delle Forze armate turche. Dopo che le truppe turche hanno annunciato di aver respinto i miliziani del Daesh fuori dalla fascia di territorio che controllavano lungo il confine con la Turchia, il Califfato non ha più confini esterni alla Siria e all’Iraq e, in particolare, non confina più con alcun paese della Nato.
Aleppo, sterminata una famiglia in un raid del regime – E’ di almeno sei persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia, il numero delle vittime dopo un attacco con missili termobarici sferrato dall’aviazione del regime siriano contro il quartiere al-Sukkari ad Aleppo. A riferirlo sono stati alcuni attivisti locali al sito Shaam vicino all’opposizione anti-Assad, precisando che il bombardamento ha colpito l’abitazione della famiglia e che questo è solo il “bilancio iniziale”. La città di Aleppo, soprannominata la capitale del Nord, è di nuovo sotto assedio da ieri, dopo che le forze governative hanno ripreso il controllo della zona di al-Ramusiyah, a sud della città, con un violento attacco di terra e con la copertura aerea dell’aviazione russa.
Mosca vuole organizzare incontro con Erdogan e Assad – “Noi non sosteniamo né possiamo sostenere qualsiasi cosa contraria al diritto internazionale”, ha affermato Putin commentando il recente ingresso delle truppe turche in Siria senza l’autorizzazione del governo di Damasco. Allo stesso tempo, per Mosca l’ingresso di carri armati e di truppe turche in territorio siriano “non è stata una sorpresa”. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha anche smentito le voci che l’operazione turca fosse stato precedentemente concordata tra Damasco e Ankara con la mediazione di Mosca e ha annunciato che sta preparando un incontro trilaterale tra i tre presidenti nella capitale russa.