Lo spagnolo non è più quello di un tempo, e sul cemento anche ai tempi d’oro non è mai stato imbattibile. Ma il suo ko negli ottavi contro il francesino Lucas Pouille è davvero una sorpresa
Provaci ancora, Roberta. Allo Us Open 2016 la Vinci è riuscita centrare l’obiettivo dei quarti di finale: quasi il minimo dopo la storica finale dello scorso anno, ma per nulla scontato vista la stagione disastrosa fino a ieri. A Flushing Meadows, però, sarà per i ricordi o un feeling particolare col cemento che esalta il suo gioco di fino, l’azzurra sembra rinascere: anche l’ucraina Lesia Tsurenko è battuta d’autorità in due set (7-6 6-2), al termine di una partita brutta, fortemente condizionata dalle precarie condizioni fisiche dell’italiana menomata alla gamba sinistra (e nemmeno l’avversaria stava benissimo). Il match, come si vede dal punteggio, è durato praticamente solo un set, il primo: dove la Vinci è andata avanti 3-1 e ha sprecato svariate palle del doppio break, prima di farsi rimontare ed essere lei a doversi issare con fatica fino al tiebreak. Qui ha prevalso la sua esperienza, o meglio l’inesperienza della rivale, neanche troppo giovane (classe ’89) ma poco abituata a giocare a certi livelli; tre errori in fila dell’ucraina hanno consegnato il primo parziale all’azzurra, che scrollatasi di dosso la tensione e l’avversaria ha chiuso in scioltezza il secondo set.
Essere ancora fra le prime otto in uno Slam è un grande risultato per Roberta Vinci, in quella che potrebbe anche essere la sua ultima stagione (l’azzurra ha parlato più volte di ritiro o quantomeno di pausa di riflessione). Anche inaspettato, come ha dichiarato la diretta interessata. Il tabellone le ha dato una grossa mano, riservandole incroci tutti abbordabili: fin qui non ha trovato neppure una testa di serie, Lisicki e Putintseva si sono eliminate da sole, l’unico ostacolo insidioso è stata la McHale. Poi lei ci ha messo del merito, ritrovando il suo tennis e vincendo partite complicate che in questa stagione aveva quasi sempre perso. Adesso, però, viene il difficile: ai quarti ci sarà Angelique Kerber, finalista a Wimbledon e vincitrice all’Australian Open, forse la più forte tennista del circuito in questo momento. La tedesca ha dominato anche Petra Kvitova, altra cliente pericolosissima che però forse la Vinci sperava di incontrare (la ceca è più potente ma se in giornata storta regala tanto; la tedesca no). In più, ci sono i problemi fisici dell’azzurra, evidenti nell’ultimo match con la Tsurenko: in queste condizioni Roberta Vinci ha bisogno davvero di un’impresa per passare il turno. Ma del resto lei di miracoli qui ne ha già fatto uno l’anno scorso, eliminando Serena Williams. Deve solo riprovarci.
SUPER FRANCIA, NADAL KO – Tra gli uomini, invece, la grande notizia è l’eliminazione di Rafa Nadal. Lo spagnolo non è più quello di un tempo, e sul cemento anche ai tempi d’oro non è mai stato imbattibile. Ma il suo ko negli ottavi contro il francesino Lucas Pouille è davvero una sorpresa. Anche perché lo spagnolo, dopo essere andato sotto 2-1, aveva vinto il quarto set e nel quinto era andato avanti di un break. Bravissimo il francese a recuperarlo e poi a completare l’impresa al tiebreak decisivo. Per Pouille si tratta della più importante vittoria della carriera, preludio anche di un possibile ingresso nella Top Ten (oggi è n. 25 del ranking). Il suo exploit si accompagna a quello di tutto il tennis francese, che porta ben tre rappresentanti nei primi otto dello Us Open: ai quarti, infatti, Pouille se la vedrà col connazionale Gael Monfils, che ha battuto nettamente il vecchio cipriota Marcos Baghdatis (6-3 6-2 6-3). Jo-Wilfried Tsonga (successo in 4 set sulla rivelazione Sock) sarà invece lo scomodo avversario di Novak Djokovic, che non ha avuto difficoltà a spezzare la corsa del britannico Kyle Edmund, altro giovane di questo Flushing Meadows ricco di sorprese. Oggi si completa il quadro con gli incontri della parte bassa: fari su Del Potro-Thiem e Dimitrov-Murray.
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