Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri, l'uomo era a bordo di una Fiat 500 L guidata dalla figlia e sedeva sul lato passeggero tenendo sulle ginocchia il bambino. L'uomo è stato raggiunto da un proiettile alla schiena e i medici degli Ospedali Riuniti di Foggia lo stanno sottoponendo ad un intervento chirurgico. Il proiettile che ha ferito il bimbo è invece fuoriuscito senza ledere organi vitali
L’ultimo agguato del 2016 a Foggia risaliva al 23 gennaio, ma che la pax criminale a Foggia fosse saltata si era capito da tempo. Oggi il salto di qualità perché nel mirino dei sicari è finito non solo un uomo ritenuto dagli inquirenti dell’Antimafia un capoclan, ma anche un bimbo di 4 anni. Roberto Sinesi, 54 anni, e il nipotino sono stati feriti dai sicari che hanno sparato in pieno giorno usando pistola e mitraglietta.
È tutto avvenuto nel pomeriggio. Zio e nipote erano in auto nel quartiere Candelaro, alla periferia della città, quando sono stati raggiunti e colpiti. Sinesi è considerato un esponente di vertice della Società foggiana, la mafia che opera nel nord della Puglia e il suo nome era comparso negli atti dell’operazione di polizia che a gennaio aveva portato a sette fermi. Sinesi era stato fermato il 16 giugno scorso nell’ambito dell’operazione della Dda di Bari contro il racket ai trasportatori di pomodori e l’8 luglio era stato scarcerato per un vizio di forma.
Secondo una prima ricostruzione fatta dai carabinieri, Sinesi era a bordo di una Fiat 500 L guidata dalla figlia e sedeva sul lato passeggero tenendo sulle ginocchia il nipotino. Quando la vettura è arrivata in via Amorico, i killer – non si sa se a bordo di un’auto o di una moto – hanno aperto il fuoco, presumibilmente con una mitraglietta.
L’uomo è stato raggiunto da un proiettile alla schiena e i medici degli Ospedali Riuniti di Foggia lo stanno sottoponendo ad un intervento chirurgico. Il proiettile che ha ferito il bimbo è invece fuoriuscito senza ledere organi vitali. Contro l’auto di Sinesi sono stati sparati diversi colpi: almeno 20 i bossoli repertati dagli investigatori dell’Arma.