Lo Stato islamico ha vietato di indossare il burqa alle donne che entrano nei suoi centri di addestramento militare a Mosul, in Iraq. L’ordine dei miliziani fedeli ad Al-Baghdadi è arrivato a sorpresa ed è stato rivelato da PressTV. L’obbligo di non indossare la lunga veste che copre dalla testa ai piedi è stato preso per “motivi di sicurezza” e il divieto impone severe punizioni per tutte quelle donne che continueranno a coprire interamente il proprio volto.

L’emanazione della nuova legge – che contrasta in modo plateale con l’obbligo imposto alle donne di coprirsi interamente dopo la presa della città – è una conseguenza all’uccisione di numerosi terroristi di alto livello da parte di donne che indossavano il burqa. La minaccia alla propria incolumità percepita dai seguaci del Califfo aveva causato un episodio analogo già a fine luglio, sempre a Mosul, quando a scomparire furono le barbe lunghe e gli abiti in stile “afghano”. Una tendenza scaturita nel timore di un attacco alla città dopo che l’esercito iracheno aveva conquistato la base aerea di Qayyrah, distante 70 chilometri dal centro. In quella circostanza, i miliziani avevano indossato abiti civili e si erano ritirati dalle strade.

L’Isis attacca quartiere sciita nel centro di Baghdad –  Sono almeno sei i morti provocati dall’esplosione di un’autobomba nel quartiere a maggioranza sciita nel centro della capitale. Lo rende noto la polizia irachena spiegando che nella detonazione sono rimaste ferite altre 30 persone. L’attacco, rivendicato dal Daesh è avvenuto poco prima di mezzanotte vicino all’ospedale Dottor Abdel Hamid, nel quartiere commerciale di Al Karrada, uno dei più colpiti da attentati di stampo terroristico. L’esplosione ha provocato anche l’incendio di una decina di auto e ha distrutto alcuni edifici residenziali della zona.

L’Onu consegna aiuti a città liberata dallo Stato islamico – Le Nazioni Unite hanno distribuito cibo agli oltre 30mila abitanti di Qayyarah, località dell’Iraq settentrionale liberata a fine agosto dalla presenza degli jihadisti. Lo ha annunciato in una nota il World Food Programme (Wfp), sottolineando che erano due anni che non venivano consegnati aiuti nella località ritenuta strategica in vista dell’offensiva finale delle forze governative per strappare Mosul all’Isis. Qayyarah è stata “inaccessibile per due anni”. La sua gente, ha evidenziato il direttore del Wfp in Iraq Sally Haydock, “soffre la fame perché non ha accesso al cibo”. Secondo l’agenzia che si occupa di assistenza alimentare, la località si trova in “condizioni catastrofiche” e inoltre “colonne di fumo nere” si alzano dai pozzi petroliferi dati alle fiamme dall’Is durante i combattimenti.

Spenti pozzi petroliferi nel Nord incendiati dall’Isis – Nella regione di Qayyara, 60 chilometri a sud di Mosul, diverse squadre di tecnici inviati dal governo nazionale sono intervenuti per spegnere vari giacimenti di petrolio che i fedeli di Al-Baghdadi avevano dato alle fiamme nella loro ritirata, avvenuta nel mese scorso. Salih Al Jubury, presidente del Consiglio locale, ha detto che tredici dei pozzi dati alle fiamme sono stati spenti, mentre si continua a lavorare per domare gli incendi in altri tre. Altri dieci pozzi, ha aggiunto Al Jubury, sono stati sabotati con l’apertura delle condutture e il greggio è arrivato a coprire alcune strade del centro di Qayyara, riconquistata dalle forze governative alcune settimane fa. I lavori di riparazione dovrebbero richiedere ancora una quindicina di giorni.

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