La riforma costituzionale? “Non è la riforma perfetta, ma è un grande passo avanti”. Il nuovo Senato? “Servirà una legge elettorale che questo Parlamento dovrà approvare per il nuovo Senato. Nel frattempo c’è comunque una norma transitoria”. L’Italicum? “Il Parlamento può decidere di cambiarlo in qualunque momento”. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, intervistata dalla Stampa, lascia aperta qualche porta. Un tempo si sarebbero chiamati “ma anche”, alla Veltroni. Sarà, come dice la Boschi, che “abbiamo accolto il suggerimento e l’invito a non personalizzare il referendum. Infatti a partire dal presidente del consiglio abbiamo detto ‘non parliamo più di cosa succede di ciascuno di noi se vince il no’. Noi vogliamo Parlare di cosa succede all’Italia se vince il sì”. L’effetto è che i toni appaiono ora molto ammorbiditi. “Se vince il sì – sottolinea il ministro – si riducono di un terzo i parlamentari, nessun consigliere regionale guadagnerà più di un sindaco, non ci sarà più un centesimo che dallo stato andrò ai gruppi in regione. Se vince il no continueremo ad avere quasi mille parlamentari e tutti gli sperperi dei gruppi consiliari in regione, e magari i vari Fiorito e Belsito del caso”.
La Boschi ammette che “il Senato resta, indubbiamente. Anche perché c’erano delle proposte per abolirlo del tutto ma non c’erano i voti. E se non ci sono i voti, quelle proposte non possono passare. Non è la riforma perfetta ma è un grande passo in avanti”. Quanto alla eventuale complicazione degli iter legislativi “il Senato può proporre modifiche, ma non c’è più un continuo ping pong. Restano alcune leggi su cui il Senato ha competenza, ma sono pochissime e indicate in modo puntuale”.
Quanto alla composizione della nuova assemblea di Palazzo Madama, la Boschi ricorda che “è vero che saranno i consigli regionali a dover stabilire chi [sarà eletto al Senato, ndr], ma in conformità a quello che i cittadini voteranno quando si vanno a rinnovare i consigli regionali. Servirà una legge elettorale che questo Parlamento dovrà approvare per il nuovo Senato. Nel frattempo c’è comunque una norma transitoria di chiusura del sistema, perché possa funzionare comunque la riforma fin tanto che non sarà approvata la legge sul nuovo Senato”.
Infine l’Italicum. “Questa legge elettorale potrebbe cambiare nel tempo e nel rivedere la Costituzione non possiamo essere vincolati a una specifica legge elettorale”. Secondo il ministro “la legge elettorale è ovviamente nella disponibilità del Parlamento che può decidere di cambiarla in qualunque momento”. Vero è, come ha ricordato ieri Massimo D’Alema, che quando la legge elettorale in Parlamento c’era, il governo pose la questione di fiducia sul testo.
“Sicuramente pezzi importanti della nostra società, del mondo della cultura e anche dell’economia stanno sostenendo il sì – conclude il ministro Boschi – Da Confindustria a Coldiretti, da Cna a Confcooperative o Confartigianato. Non perché parteggino per un partito o un altro o per simpatia verso il governo, ma perché hanno a cuore il futuro dell’Italia. Ma soprattutto ci sono oltre 3mila comitati spontanei, nati ovunque in Italia. Tante donne e uomini appassionati che vogliono davvero dare una mano a cambiare il Paese e magari aggiustare anche le storture del titolo V voluto dalla riforma firmata da D’Alema”.