Sondaggi, referendum costituzionale: i partiti fanno campagna elettorale? E aumentano astensione e indecisi
I dati di Emg per il TgLa7. Dopo un mese sia il sì sia il no si confermano una minoranza. Tra i partiti M5s e Pd continuano il duello per il primo posto. E sorpresa: Forza Italia supera di nuovo la Lega Nord
Al referendum costituzionale a vincere sono astenuti e indecisi. I Cinquestelle restano di poco il primo partito e al ballottaggio sbancherebbero, ma il caso Muraro doveva ancora esplodere. Il Partito democratico arranca ancora, ma è stabile intorno al 31. Forza Italia supera di nuovo la Lega Nord, forse perché Berlusconi ha finalmente scelto un successore credibile agli occhi degli elettori, Stefano Parisi. Sono gli elementi principali del sondaggio Emg per il TgLa7, il primo dopo oltre un mese.
La prima notizia è che nonostante i partiti e i comitati hanno cominciato, durante l’estate, a fare propaganda per il sì e per il no, le variazioni sono minime. E sia il sì sia il no sarebbero una minoranza della minoranza. Alle urne, secondo l’istituto diretto da Fabrizio Masia, si presenterebbe oggi il 54 per cento. L’astensione è aumentata di oltre 5 per cento. Tra coloro che dicono di essere intenzionati ad andare ai seggi (non si sa quando, per il momento) aumentano – del 3 per cento – gli elettori che non si sono ancora fatti un’idea chiara o, come minimo, sono combattuti su che parte prendere, come se trovassero parti buone e parti pessime nella riforma costituzionale. Gli indecisi dove pescano? Non dai potenziali astenuti, bensì proprio dal sì e dal no. In un mese il sì cala di due punti netti, dal 28,9 al 26,9. Anche il no è in flessione sensibile, anche se meno evidente: -1,1 per cento e galleggia per ora al 28,4 per cento.
Quanto ai partiti, non ci sono variazioni evidenti. Ad eccezione del nuovo sorpasso di Forza Italia nei confronti della Lega Nord. La stella polare di Matteo Salvini sembra in questo momento un po’ appannata. Il vocabolario tutto incentrato sulla questione immigrazione, di sicuro, non dà respiro ulteriore al bacino elettorale del Carroccio. I berlusconiani invece sembrano ringalluzziti, Forza Italia è l’unico partito – tra quelli principali – che ha il segno più, superato il mese di agosto. In ogni caso, nello scenario eventuale di un listone di centrodestra (necessario per le regole dell’Italicum), l’unione Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia non sarebbe sufficiente per raggiungere il ballottaggio, lontano di un paio di punti.
M5s e Pd duellano ancora per il posto come primo partito, intorno al 31 per cento. Sono entrambi in flessione, quasi impercettibile, ma il sondaggio è stato effettuato prima della settimana di crisi del sindaco di Roma, Virginia Raggi. Tra i partiti che raccoglierebbero voti sufficienti per entrare in Parlamento ci sono Sinistra Italiana e l’Area Popolare di Angelino Alfano.
Infine le elaborazioni sugli eventuali ballottaggi. Anche in questo caso nessuna sorpresa: il M5s risulterebbe di nuovo avvantaggiato dal meccanismo del secondo turno perché attirerebbe i voti del centrosinistra o del centrodestra. I Cinquestelle vincerebbero sul Pd con 3 punti di vantaggio (situazione ingessata rispetto a un mese fa), mentre il margine sarebbe più ampio contro il centrodestra. In un eventuale duello Pd-centrodestra, la vittoria sarebbe invece dei democratici.