Alla soglia dell’era del veicolo a guida autonoma, è facile domandarsi se il volante sia destinato alla scomparsa a breve, subendo la stessa sorte della barra del timone che scomparve in breve dalle automobili dopo l’utilizzo sulle prime carrozze senza cavalli. Attualmente, questo classico comando si sta già evolvendo in una postazione multifunzione ed high-tech, ma il suo lavoro di base, nell’offrire il controllo direzionale del veicolo, è cambiato assai poco.
Mentre l’industria guarda ad un futuro in cui i computer assumono sempre più il controllo di vaste funzionalità del veicolo, è fisiologico che la stessa idea di volante si evolva. Tant’è che già l’anno passato, diverse delle principali case automobilistiche – incluse Volvo e Mercedes-Benz – hanno presentato prototipi dotati di volanti retraibili in modalità di guida autonoma, aiutati da diversi fornitori che hanno pensato sistemi che consentano proprio questa transizione.
Secondo Mary Barra, CEO di General Motors, “i veicoli dovrebbero conservare caratteristiche tradizionali, come volanti e pedaliera, durante la transizione verso la guida totalmente autonoma: pensiamo che conservare questi comandi sia un ottimo modo per dimostrare e provare la sicurezza dei sistemi indipendenti”.
Oltre a questo, c’è però la famosa “pod car” di Google totalmente priva di volante. Tanto che secondo James Hotary, direttore del xWorks Innovation Center al Faurecia Automotive Seating NA, la classica collocazione del volante per controllare il veicolo potrebbe non durare per sempre: “Siamo un po’ bloccati sull’attuale concetto di volante: si tratta di un dispositivo di input molto buono e comodo, che accetta tra l’altro le mani in un sacco di posizioni diverse. Tuttavia, cosa succede quando tutto ad un tratto la componente manuale diviene il caso meno comune di impiego?”
Secondo le stime, nel 2035 si venderanno circa 21 milioni di veicoli all’anno dotati di guida totalmente autonoma. Il periodo di transizione verso questa modalità sarà forse quella tecnologicamente più stimolante e interessante, proprio per l’incrocio tra i diversi sistemi di controllo del mezzo. Il che significa che il volante resisterà ancora un bel po’, seppur passando attraverso numerose innovazioni ed evoluzioni.
Costruttori e fornitori mostrano varie visioni per il suo futuro. La svedese Autoliv, fornitore di sistemi di sicurezza e uno dei grandi più grandi produttori al mondo di volanti, ha presentato nel 2015 al Consumer Electronics Show di Las Vegas la tecnologia AIR zForce Multi Sensing, che impiega sensori ottici integrati nel volante, a sua volta equipaggiato di una serie di luci lungo la sua circonferenza, per consentire l’interazione con tutte le funzioni attraverso gesti e movimenti conservando sempre le mani sul volante. Il conducente potrebbe, ad esempio, rispondere al telefono battendo leggermente su una delle sezioni illuminate.
La fase successiva sarà il volante impiegato soltanto per una parte del tempo, quando i conducenti assumeranno effettivamente il controllo in veicoli progettati con funzioni autonome. Il prototipo Volvo presentato allo scorso Los Angeles Auto Show, ad esempio, era dotato di un volante retrattile, mentre la Vision Tokyo di Mercedes apparsa all’ultimo Salone di Tokyo accoglieva i passeggeri su un salotto di forma ovale, con un volante oblungo al centro dell’abitacolo in modalità guida manuale, in grado di “scomparire” dietro ad un portello in modalità guida autonoma. Ma pur sempre tondeggiante, quasi classico.
Tutto sommato, il vecchio volante con tutta probabilità si rivelerà un sopravvissuto tenace, che non cederà tanto facilmente il passo alle novità, come invece successe tanti anni fa per il timone a barra.