Attualità

Laura Pausini, Don Matteo e la dura legge del rientro dalle vacanze

Questi primi giorni di settembre siano particolarmente difficili per tutti. Si riprende il lavoro, appunto, e se si hanno bambini c'è da "preparare il corredo", comprare i libri, organizzare scuola e doposcuola. Insomma, una faticaccia. Normale, quindi, che una volta tornati a casa, la sera, si preferisca buttarsi sul divano per vedere qualcosa di rilassante

Senza stare a scomodare l’abusata pubblicità delle crociere che mostra vacanzieri in lacrime al solo pensiero di quanto si siano divertiti mentre erano in ferie, e senza bisogno di tirare in ballo studi scientifici che dimostrino come il rientro al lavoro sia, per tutti, una fonte di stress paragonabile a un trauma, è un fatto che questi primi giorni di settembre siano particolarmente difficili per tutti. Si riprende il lavoro, appunto, e se si hanno bambini c’è da “preparare il corredo”, comprare i libri, organizzare scuola e doposcuola. Insomma, una faticaccia. Normale, quindi, che una volta tornati a casa, la sera, si preferisca buttarsi sul divano per vedere qualcosa di rilassante.

Ieri sera il menu offriva il concerto di San Siro di giugno di Laura Pausini, su Canale 5. Primo dei grandi concerti che la rete ammiraglia di Mediaset manderà in onda, e che vedrà prossimamente protagonisti altri giganti del nostro panorama musicale quali i Modà, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Il Volo e i Pooh.

Oggi sono usciti i dati di ascolto e vedendoli non si può che trovar conferma a quanto in effetti era più che prevedibile. Di fronte al trauma del rientro in città, del ritorno al lavoro la gente ha scelto la sicurezza del familiare. Non è un caso che la popolarità sia spesso se non sempre sinonimo di assenza di rischio e sperimentazione, perché la massa preferisce andare sul sicuro, trovarsi di fronte, che si tratti di vedere o di ascoltare, ma anche di leggere, qualcosa in cui si riconosca, o che quantomeno possa decifrare senza sforzo. Per cui gli ascoltatori hanno premiato ancora una volta quel che per loro rappresenta la certezza assoluta, il sinonimo di successo, il volto familiare di chi, nel corso degli anni, ha garantito sempre la medesima qualità, magari a discapito di scelte originali e azzardate.

Questo ci dicono i dati auditel, e ci dicono anche che, per quanto i critici stiano sempre lì con il sopracciglio inarcato, pronti a bacchettare il successo di pubblico come fosse una colpa, spesso e volentieri le scelte della gente vertono su prodotti magari qualitativamente piatti, ma di facile presa comunicativa. Una sorta di dogmatica accettazione di quel che in fondo non ha mai deluso proprio per quel suo apparire familiare, già visto, già sentito, alla faccia dei soliti critici lamentosi. Nessuno, quindi, si sarà stupito nell’apprendere che ieri, sei settembre 2016, la terza replica (terza replica!) di Don Matteo andata in onda su Rai 1 ha staccato di oltre un milione e duecentomila spettatori il concerto di Laura Pausini su Canale 5, aggiudicandosi un 16,9% di share contro il 13,5%. Terence Hill ancora una volta mette d’accordo tutti.