La lista rossa dell'Iucn (International Union for the Conservation of Nature) declassa il mammifero simbolo del WWF nella classifica delle specie minacciate. Allarme rosso, invece, per i primati colpiti dal bracconaggio illegale
Per decenni è stato l’emblema delle specie animali in pericolo di estinzione, il simbolo dei precari equilibri biologici del pianeta terra minacciati dalle attività umane. Tanto da essere scelto come mascotte del WWF. Da oggi, però, i panda giganti non rischiano più di scomparire. O, almeno, lo rischiano un po’ meno rispetto al passato. Lo ha annunciato l’Iucn (International Union for the Conservation of Nature), l’organismo che si occupa, tra l’altro, di stilare la cosiddetta “Lista rossa”, un elenco delle specie minacciate di estinzione. All’interno di questa lista, che divide la popolazione animale mondiale in 7 categorie, in base all’entità del rischio di scomparsa, i Panda sono passati dalla categoria “in pericolo” a quella “vulnerabile”.
L’Iucn ha apprezzato gli sforzi per la ripopolazione dei panda fatti negli ultimi anni dal governo cinese, ma ha anche sottolineato come il buon risultato potrebbe avere breve termine: nei prossimi 80 anni i cambiamenti climatici potrebbero infatti cancellare più di un terzo delle zone dove cresce il bambù, cibo fondamentale per l’alimentazione dei panda.
Brutte notizie invece per i gorilla orientali, la cui popolazione è stata cancellata per il 70% dal bracconaggio nella Repubblica Democratica del Congo. Del più grande primate del mondo ne rimangono in vita solo 5.000 esemplari, che sono stati spostati, nella “Lista rossa”, dalla categoria “in pericolo” a quella “in grave pericolo”, ossia a un passo dall’estinzione in natura.