Politica

Roma, Grillo chiama la Raggi: chiede unità e salva la Muraro. Rimosso Marra. Di Maio sapeva e finisce sotto accusa

Le decisioni dei Cinquestelle dopo il secondo giorno di riunioni a porte chiuse per affrontare la crisi della giunta a Roma. Attesa per il chiarimento pubblico durante una tappa del Costitution coast to coast vicino alla Capitale. Polemiche anche sul deputato che pur sapendo della situazione giudiziaria dell'assessora Muraro ha sempre negato di avere informazioni. Lui: "Partiti e informazione hanno montato il caso"

L’assessora all’Ambiente, Paola Muraro, non si dimetterà. Almeno per il momento. Il vicecapo di gabinetto Raffaele Marra sarà “ricollocato in un’altra sede”. Il braccio di ferro tra la sindaca Virginia Raggi e i vertici M5s e Beppe Grillo finisce così, dopo quasi quarantotto ore di riunioni a porte chiuse e malumori. “Saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale”, ha scritto la Raggi in un post sul blog di Grillo. “Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche”. Nessuna parola sugli oltre 40 giorni di silenzio suo e dell’assessore sul fatto che la titolare all’Ambiente fosse indagata per reati ambientali. Un silenzio che – è emerso in quest’ultima giornata di passione – aveva osservato anche il vicepresidente della Camera e membro del direttorio nazionale dei Cinquestelle Luigi Di Maio

Nelle scorse ore il direttorio aveva chiesto alla sindaca di azzerare quattro cariche per ripartire, ma la sindaca aveva frenato. Oggi Beppe Grillo si è presentato a Roma: ha scelto di non incontrare la Raggi, ma le ha fatto una telefonata prima di mettersi in strada per Nettuno dove lo aspetta uno dei comizi più difficili da quando è nato il Movimento 5 stelle. “Ora più che mai il Movimento deve restare unito”, ha detto Grillo alla sindaca. E ha poi accettato la mediazione: Muraro resta, almeno fino a quando non si saprà meglio qual è la sua posizione; il vice capo di Gabinetto Raffaele Marra viene spostato; il segretario Salvatore Romeo avrà lo stipendio ridotto; l’assessore al Bilancio De Dominicis resta al suo posto. Una quasi vittoria per la Raggi che ora però deve dimostrare di saper gestire una situazione tutt’altro che facile.

La crisi della giunta M5s in Campidoglio è stata un travaglio a porte chiuse, con un appuntamento serale con gli elettori: il comizio a Nettuno alle 19 con i vertici 5 stelle al completo e il comico. Così quella che avrebbe dovuto essere una tappa del Constitution coast to coast di Alessandro Di Battista diventa la piazza dei chiarimenti dove i grillini si giocano faccia e futuro politico. Intanto c’è un nuovo fronte aperto ed è quello che riguarda i malumori della gestione del caso da parte di Luigi Di Maio.

Il deputato e (da tutti visto fino a ieri come il più probabile candidato premier del Movimento) sapeva almeno dal 5 agosto dell’indagine a carico dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro, ma ha sempre detto di essere all’oscuro della vicenda. Solo alla Festa del Fatto di domenica 4 settembre aveva ribadito: “Non faccio dichiarazioni sui se”. Il Messaggero ha pubblicato il testo della mail inviata dalla senatrice Paola Taverna – componente del mini-direttorio romano alla quale si era rivolta la sindaca Raggi – in cui si dice esplicitamente che la Muraro risulta indagata. Ora Di Maio su Facebook annuncia che chiarirà la sua posizione: “Io voglio dire alcune cose”, ha scritto. “Non ai media, ma ai cittadini, alla comunità del Movimento 5 Stelle, a tutti coloro che credono in questo Paese. Ci sono tante persone che, in questa accozzaglia di inciuci, gossip e scorrettezze non ci stanno capendo più nulla e vogliono risposte. Il sistema dei partiti e dell’informazione legata ad essi ha montato un caso incredibile che tocca a noi smontare in un minuto. E oggi lo sta montando anche su di me”. E ha poi annunciato che questa sera sarà a Nettuno insieme a Di Battista e agli altri esponenti del direttorio: “Ci guarderemo negli occhi, vi racconterò i fatti e ci parleremo senza intermediari. La verità e l’umiltà ci renderà più forti di prima. Il dialogo con le persone oneste porta avanti questo progetto. Non ci fermano”.

Le parole di Di Maio arrivano dopo che ieri è stato al centro di un vero e proprio processo ad opera dei suoi. Perché se in un primo momento il deputato aveva detto di essere stato all’oscuro di tutto, nel corso delle ore sono spuntate le prove del fatto che lui sapeva. Dai messaggi sul cellulare pubblicati da Repubblica, alle mail con il mini direttorio riportate dal Messaggero. In ogni caso risulta chiaro che il deputato fosse a conoscenza della situazione. E di fronte alle conversazioni private, impallidisce la velina trasmessa nelle scorse ore secondo cui avrebbe “letto male la mail”. La Taverna infatti il 5 agosto scorso ha scritto a Di Maio: “Come sai la situazione attuale è assolutamente delicata. Sempre da diverse fonti giornalistiche ci pervengono notizie circa l’imminente notifica di un avviso di garanzia all’assessore in questione per un’ipotesi di reato consistente in violazioni procedurali di verifica e controllo previste dal TU ambiente per il trattamento dei rifiuti (circola la voce che possa trattarsi di truffa)”. Ma non solo. La Taverna continua: “Assessore in ogni caso già indagata come risulta dalla visura ex art 335 cpp“.

Il direttorio ora ha un compito: cercare di voltare pagina, far andare avanti le cose evitando i danni. Ci ha provato in mattinata Alessandro Di Battista che su Facebook ha scritto: “Questo accanimento senza precedenti sui problemi che abbiamo a Roma (ovvio che ce ne sono ma vi aspettavate il contrario?) è legato al referendum e anche al tema delle Olimpiadi. Ovviamente dobbiamo sistemare alcune cose, correggere alcuni errori che inevitabilmente si fanno e ripartire compatti magari con un No alle Olimpiadi da far tremare tutti i palazzi del potere”.

Il clima dentro il Movimento resta di grande tensione. Sotto i riflettori ci sono sicuramente i parlamentari del direttorio, ma i colleghi non nascondono le loro preoccupazioni sul futuro politico del M5s. Il Campidoglio è un banco di prova per l’intero progetto e in tanti chiedono di fare una riflessione seria riconoscendo gli errori commessi (da Morra a Lezzi). In mattinata si sono incontrati i senatori per la ripresa dei lavori dopo le vacanze a Palazzo Madama (è stato anche eletto Luigi Gaetti nuovo capogruppo). Nei corridoi e nelle conversazioni Roma resta il tema di discussione centrale e ora la preoccupazione principale è quella di riuscire a voltare pagina senza che il M5s si sfaldi per strada.

La Raggi sul blog di Beppe Grillo: “Decidono i pm, non i giornali”. E tace su bugie e giochi di parole 
Le spiegazioni della Raggi attese da quasi quarantotto ore arrivano alla vigilia del comizio di Grillo a Nettuno. E la sintesi è che a spuntarla è stata la sindaca di Roma: Paola Muraro resta. “Facciamo chiarezza”, si legge. “Voglio spiegare con semplicità cosa è accaduto o, meglio, cosa sta accadendo. Stiamo aspettando di leggere il fascicolo della procura che riguarda l’assessore all’Ambiente. Le ho imposto, per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini – che vengono prima di tutti – , di lavorare per mantenere pulita Roma”. La Raggi dice ai lettori quello che ha ripetuto in queste ore a chi dei suoi l’ha accusata di omertà e silenzio: “In merito alla sua posizione non c’è un fatto, un riferimento temporale o un luogo o una circostanza specifica per capire di che si tratta. Non c’è altra informazione. Lo ripeto: vogliamo leggere le carte. Ci auguriamo e chiediamo che arrivino quanto prima. E siate certi che nel caso ravvisassimo profili di illiceità, agiremmo di conseguenza. Sconti non ne abbiamo mai fatti a nessuno e continueremo a non farli”. La Raggi chiude con un riferimento ai giornali e a chi ha chiesto che l’assessora si dimettesse: “Lo dico chiaro a tutti: saranno i pm a decidere se c’è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale. Intanto, l’assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche”. E sugli attacchi conclude: “Io ho le spalle larghe”.

Alfano: “M5s non supera crash test”. Pd: “Mentono tutti”
Il caos della giunta M5s a Roma scatena le opposizioni che attaccano i grillini e li accusano di “incapacità di governo”. “Il M5s non ha superato il crash test” dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano, “non aveva l’air bag e si è andato a schiantare. L’Italia ha bisogno di uomini veri e non di conigli”. Stesso tono anche da parte del Pd: “La vicenda Muraro”, ha scritto su Twitter il senatore democratico Stefano Esposito (ex assessore in Campidoglio), “racconta cos’è il M5S e i suoi capi. Un movimento dove tutti mentono, pieno di correnti e lotte intestine”.

In un’intervista a Repubblica anche Michele Santoro parla del Campidoglio e della crisi grilina: “A Roma”, ha detto, “la campagna non l’ha fatta la Raggi, l’ha fatta la magistratura con Mafia capitale. Quanto ai problemi della sindaca, mi pare tutto chiaro. Il suo stesso Movimento la considerava debole e le ha costruito una cortina di protezione. Solo che non ha retto. Poi diciamola: tutto quello che sta intorno alla Raggi è di destra, non a caso spunta che il nuovo assessore al Bilancio l’ha sponsorizzato Sammarco. Vedo che il mio amico Travaglio considera l’ex alemanniano Marra un tecnico indipendente. Non mi pare la definizione più calzante”. Un consiglio a Grillo? “Lo stesso che darei a Renzi. Superate il vostro limite, che è la paura dei corpi intermedi, di aprirsi al dialogo”.