Tre mesi fa aveva fatto parlare di sè come la nuova capitale del Movimento 5 Stelle in Sicilia. A novanta giorni dal voto, però, è diventata bersaglio di polemiche la giunta pentastellata capace di vincere le elezioni con il 75 percento dei voti ad Alcamo, ormai ex storico feudo del centrosinistra. Il motivo? Il sindaco e la giunta sono stati accusati di essersi aumentati lo stipendio del 5 percento. “Un’accusa – dice il primo cittadino Domenico Surdi – completamente falsa. Noi fino ad oggi non abbiamo preso un euro e continueremo a non farlo finché non si risolve questa storia utile solo ad attaccarci senza motivo”.
La polemica nella città siciliana esplode quando l’ormai ex segretario generale del comune, Cristofaro Ricupati, annulla la delibera che fissa lo stipendio del sindaco in 3.460 euro lordi ai quali si aggiungono 173 euro, cioè il 5% in più. Quell’aumento, concesso in percentuale anche agli assessori, viene riconosciuto da un decreto del ministero dell’Interno del 2000 che prevede una maggiorazione dello stipendio del 5 percento quando il comune ha alcune caratteristiche legate alla spesa pro capite: caratteristiche che vengono riscontrate nei conti del comune di Alcamo, almeno dal dirigente che firma quell’atto. “Quando si dice sindaco e giunta si autoaumentano lo stipendio non si sa di cosa si parla – continua Surdi – le indennità vengono calcolate dai dirigenti sulla base di normative nazionali. Così è stato fatto anche qui: quella delibera è arrivata in giunta con ben due pareri positivi e noi semplicemente l’abbiamo approvata”.
Per Ricupati, però, quell’atto è nullo: e in una lettera inviata al sindaco e alla Corte dei conti, spiega che prima di concedere la maggiorazione del 5 percento, i dirigenti comunali avrebbero dovuto tenere conto di un 10 percento di taglio, stabilito dalla finanziaria del 2006. “I dirigenti, però, sostengono che quel taglio non si applica al nostro comune, ma anche se lo avessero previsto avremmo comunque approvato la delibera: a me interessa solo che si rispetti la legge”, continua il sindaco, che oltre alle polemiche è diventato bersaglio di velenose insinuazioni. Sessanta giorni dopo le elezioni, infatti, il segretario Ricupati è stato sollevato dall’incarico. “È nelle prerogative del sindaco – spiega Surdi – cambiare segretario generale dopo i primi sessanta giorni d’amministrazione, Ricupati lo sapeva benissimo da settimane che avrebbe dovuto andarsene, e lo sapeva perché glielo avevo anticipato io verbalmente. E infatti ha subito trovato una nuova collocazione al comune di Terrasini“.
Come dire: la rimozione del segretario generale nulla a che fare sugli stipendi della giunta e del sindaco. “Certo che non c’entra nulla – continua il primo cittadino – noi siamo pronti a tagliarci lo stipendio del 10 percento e destinare quei soldi a un fondo per opere pubbliche e per il sociale, ma per tagliarcelo dobbiamo sapere da che cifra partire: stabilirlo è compito dei dirigenti. Per il momento abbiamo bloccato tutto a non abbiamo preso un euro, in attesa che si approvi il bilancio, ma mi sembra assurdo che questa storia abbia offuscato quanto di buono fatto nei primi due mesi di lavoro”. Per esempio? “Il nuovo piano dei rifiuti che farà risparmiare alla città 1,4 milioni di euro all’anno”.