Un progetto nel cuore della Sicilia con un investimento da 13 milioni di euro su cui ha già messo gli occhi la comunità scientifica internazionale, prima fra tutte l’Agenzia spaziale italiana che su Monte Mufara, a fianco del telescopio gigante del Gal Hassin, vuole montare il prototipo dell’innovativo fly-eye
Isnello, un piccolo paese in provincia di Palermo di 1.500 abitanti, sta per diventare un grande polo astronomico di importanza mondiale. La zona, nel cuore del parco delle Madonie, è da sempre il punto di riferimento per l’Agenzia spaziale italiana e per gli studiosi delle stelle. Il Gal Hassin (antico nome del paese che significa fiume freddo) unisce la stazione di ricerca, nel sito osservativo astronomico più alto d’Italia, al nuovo planetario aperto al pubblico e alle scuole. L’idea di costruire l’osservatorio in questa zona nasce dalle favorevoli condizioni meteorologiche. L’assenza di fonti luminose garantisce durante le ore notturne una visione limpida del cielo. In più secondo gli studiosi, un terzo delle notti sono “fotometriche”, significa che per almeno sei ore di seguito il cielo è sereno.
Un progetto nel cuore della Sicilia con un investimento da 13 milioni di euro su cui ha già messo gli occhi la comunità scientifica internazionale, prima fra tutte l’Agenzia spaziale italiana che su Monte Mufara, a fianco del telescopio gigante del Gal Hassin, vuole montare il prototipo dell’innovativo fly-eye, strumento della classe 1 metro a grandissimo campo, che servirà per dare la caccia agli asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra, per l’osservazione dei cosiddetti detriti spaziali.
Se il progetto andrà in porto, Gal Hassin diventerebbe uno dei più importanti osservatori europei. E mentre si aspetta la definizione del telescopio domenica 11 settembre sarà inaugurato il grande planetario di Fontana Mitri, poco fuori il paese di Isnello. Un vero e proprio polo didattico divulgativo – aperto al pubblico e alle scuole -, dotato di un planetario digitale con una cupola di 10 metri di diametro; di una terrazza osservativa, con copertura mobile, dove sono montati 12 strumenti di osservazione, un radiotelescopio con parabola di 2,3 metri, un laboratorio astronomico all’aperto con orologi solari di vario tipo, un mappamondo monumentale con supporto ed asse di rotazione, un laboratorio solare in cui, tramite un eliostato, potrà essere proiettato su uno schermo il disco solare in tempo reale per la sua analisi.
Naturalmente, del polo fanno parte sale con exhibit interattivi di vario tipo, un’esposizione dei principali tipi di meteoriti e due aule didattiche. Soprattutto le scuole, potranno partecipare a laboratori ed esperimenti sotto la guida degli astronomi. A servizio del Centro è stata realizzata anche una struttura ricettiva da 60 posti, per gli studenti che vorranno visitare il polo. Il polo astronomico permetterà un’immersione a 360 gradi nel mondo dell’astronomia, anche (e soprattutto) per i non esperti, gli studenti, gli appassionati che potranno seguire sul campo il lavoro degli studiosi. Gli occhi della comunità scientifica sono quindi puntati su Isnello e sul posizionamento del telescopio di monte Mufara che vedrà la sua prima luce entro due anni, commissionato all’Officina Stellare di Sarcedo. Con il telescopio di monte Mufara sarà possibile effettuare ricerche avanzate, dall’osservazione di pianeti extrasolari in orbita attorno a stelle vicine, al monitoraggio di stelle variabili e di nuclei galattici attivi, osservazioni fotometriche degli asteroidi Troiani e della Fascia Principale, monitoraggio dei detriti spaziali.
Secondo l’astrofisico Giovanni Valsecchi “non ci sono attualmente nel continente europeo, e non ci saranno nel prevedibile futuro, telescopi con caratteristiche paragonabili a quelle dello strumento installato su Monte Mufara, che sarà adatto alla scoperta ed all’inseguimento di asteroidi pericolosi per la Terra”. Gal Hassin diventerà il primo polo dell’Italia meridionale che guarda all’intero Mediterraneo. Un territorio che conserva un rapporto speciale con la scienza. Nel 2009 infatti l’Unione astronomica internazionale diede proprio il nome “Isnello” all’asteroide 6168 tra Marte e Giove. Due anni fa poi chiamò Pinomogavero (dal nome del sindaco che ha voluto il progetto) l’asteroide 4627 scoperto nel 1985.