Negli ultimi decenni i Paesi maggiormente esposti al rischio sismico nella scoperta di nuove tecnologie e nell’applicazione delle norme antisismiche. Giappone, California, Nuova Zelanda, ma anche Turchia, Cile, Messico e Iran cercano di rimediare agli errori del passato. Anche l'Italia può contare su studi all'avanguardia, ma deve fare i conti con la carenza di fondi
Fare di necessità virtù: ecco ciò che ha spinto negli ultimi decenni i Paesi maggiormente esposti al rischio di terremoti a compiere i passi più importanti nella scoperta di nuove tecnologie e nell’applicazione delle norme antisismiche. Giappone, California, Nuova Zelanda, ma anche Turchia, Cile, Messico e Iran cercano di porre rimedio agli errori commessi in passato. E anche l’Italia, a rischio perché è tra i Paesi al mondo con il numero maggiore di edifici antichi, tra cui monumenti e chiese dal valore inestimabile, può contare su ingegneri all’avanguardia nell’adeguamento sismico degli edifici di vecchi edifici. Sistemi e pratiche che non sono diffusi, a causa di diversi fattori, tra cui la carenza di risorse. Nel frattempo, però, i criteri antisismici continuano ad essere sempre più innovativi: si va dall’ormai consolidato isolamento sismico, fino alla ‘casa che levita’ e alle pareti appiccicose adoperate per i complessi residenziali di Roppongi Hill, quartiere interamente antisismico di Tokyo. L’ingegneria sa guardare al futuro e, se occorre, anche al passato. Basti pensare che oggi sono allo studio le tecniche utilizzate per gli edifici borbonici, basate sull’utilizzo del legno, già adoperato in Giappone, Cina e Stati Uniti.