Concerti nazi-rock fino a notte fonda, dibattiti animati dai protagonisti (e dalle comparse) delle pagine più buie della nostra storia recente e bambini che salutano la manifestazione con il braccio teso. Centinaia di teste rasate si sono radunate per quattro giorni (dall’1 al 4 settembre) a Revine Lago, eletta suo malgrado capitale europea dell’ultradestra. Il paesino in provincia di Treviso ha fatto da sfondo al “Ritorno a Camelot“, un raduno quinquennale che celebra il mito della ‘razza’ bianca tra concerti e dibattiti “a tema” conditi dal solito revisionismo. L’evento, organizzato dall’associazione Veneto Fronte Skinhead, ha richiamato partecipanti da tutta Europa (2500 gli skin presenti secondo l’Osservatorio sulle nuove destre). A nulla sono valse le proteste dell’Anpi e nemmeno l’amministrazione comunale ha potuto nulla contro l’evento.
FESTA A TEMA – La kermesse non ha tradito le aspettative: estremismo, provocazioni e strumentalizzazione. Già il titolo dell’evento è tutto un programma: “Noi siamo Europa – Un’origine e un destino sotto attacco”. Insomma, una forte critica a “Decenni di politiche di annientamento identitario – come si legge nel manifesto dell’evento -, di false integrazioni, hanno portato l’intera Europa sull’orlo di una guerra civile endemica e senza quartiere” dovute alle “scellerate politiche immigratorie e sociali”. Insomma, la storia del povero uomo bianco annientato dall’invasione programmata.
IL PARTERRE – Per farsi un’idea più puntuale del tenore dell’evento è utile scorrere l’elenco dei relatori che hanno animato conferenze, soffermandosi sulle loro note biografiche. Il cartellone è stato particolarmente fitto. Il primo nome in cartellone era quello di Antonio Serena, ex missino, poi transitato nella Lega di Bossi e, infine, approdato in An, da cui si è dimesso nel 2003, in disaccordo con la visita in Israele di Gianfranco Fini. Nel 2000 aveva chiesto la grazia per Erich Priebke (si, proprio lui: il criminale di guerra, che da capitano delle SS pianificò l’eccidio delle Fosse Ardeatine), oltre ad essere autore di testi sui lati oscuri della Resistenza. Poi c’è stato Gabriele Gruppo, responsabile italiano delle edizioni Thule che pubblica testi sulla storia del terzo reich (dal Mein Kampf in giù). E, ancora: Italo Linzalone di Azione tradizionale (erede di Paolo Signorelli) e figura molto conosciuta soprattutto tra gli ambienti revisionisti e negazionisti legati al tradizionalismo cattolico di Lefebvre. Poi l’insegnante anti-gender Gianluca Marletta e la giovane Silvia Valerio, sorella minore di Anna, che nel 2012 (quando aveva 34 anni) sposò l’ex terrorista nero Franco Freda (allora 71enne). Silvia Valerio è passata alle cronache nel 2010, quando durante il Chiambretti Night dichiarò di essere disposta ad offrire la propria verginità al presidente iraniano Ahmadinejad. Ha da poco pubblicato un romanzo (scritto a quattro mani proprio con la sorella maggiore) dal titolo “Non ci sono innocenti” che racconta “la storia vera di Freda e Ventura abbattendo molti luoghi comuni della storiografia…”, con buona pace delle vittime di Piazza Fontana. Tra i relatori anche Manuel Negri, consigliere comunale del centrodestra di Reggiolo ed esponente di Progetto nazionale passato alle cronache per essere stato denunciato per ‘concorso in minacce gravi’ nell’ambito di un’indagine della Digos di Reggio Emilia su degli attacchi a Pd, Caritas e Casa di Abramo contro l’accoglienza degli immigrati (Negri ha sempre negato di aver preso parte ai raid, pur rivendicandoli ideologicamente). Hanno chiuso l’elenco delle presenze Nicola Gozzoli, dell’associazione Lega della terra (collaterale a Forza Nuova) e niente meno che Mario Merlino, ex delfino di Stefano Delle Chiaie in Avanguardia Nazionale, infiltratosi come “agente provocatore” nel gruppo anarchico XXII Marzo, poco prima della strage di Piazza Fontana.
CARTOLINE DA REVINE – A manifestazione conclusa, quando anche l’ultimo vessillo nazista era stato ammainato, non si sono fermate le polemiche. Ad alimentarle una foto scattata all’interno del campeggio: un gruppo di bambini a braccio teso salutano romanamente la manifestazione. La foto è circolata sul web suscitando proteste e articoli sdegnati contro la strumentalizzazione dei piccoli partecipanti all’evento. Una polemica che ha spinto lo stesso Fronte Skinheads ad intervenire pubblicamente, lo ha fatto partendo da una domanda: “Chi sta strumentalizzando chi?”. Gli organizzatori dell’evento accusano quindi di “ipocrisia” chi si scandalizza “per una foto pubblicata su un profilo privato relativa ad un evento privato svolto su un terreno privato” specificando che molti bambini “vengono quotidianamente e pubblicamente educati da un sistema che mette al primo posto i valori antinazionali e l’odio antifascista”.