Non se n’è mai andata, a dire il vero, ma dalla mezzanotte del 9 settembre, ora americana, è tornata a fare il suo, cantare e farci muovere a ritmo, a partire dal suo nuovo singolo, Perfect Illusion. Singolo che anticipa un nuovo lavoro di studio, LG5. Questo il titolo del nuovo album di Lady Gaga, come si può intuire dall’acronimo il quinto della cantautrice italo-americana. LG5, un nome che sembra quello di un modello di smartphone, ma che è il modo di Lady Gaga per rimettersi in gioco, dopo aver a lungo tergiversato facendo altro. Altro che, nello specifico, è stato prevalentemente giocare con altra musica, lo swing, principalmente, in compagnia dell’ultimo re dei crooner, Tony Bennett, con cui la nostra ha dato alle stampe un album, Cheek to cheek e affrontato un tour mondiale di grande successo, sia di critica che di pubblico. Poi il cinema, con la sua partecipazione a Machete Kills di Robert Rodriguez e Sin City- Una donna per cui uccidere, sempre di Rodriguez, e la televisione, con partecipazioni a diverse serie tv e un ruolo da protagonista nel cult American Horror Story, ruolo che le è valso il Golden Globe.
Nel mentre la nomination a Oscar, Grammy Awards e Emmy Awards per la canzone Til It Happens To You, contenuta nel film documentario The Hunting Ground, sulle violenze sessuali nei campus. Insomma, un periodo piuttosto intenso, in cui però la musica è sempre rimasta al centro dei suoi pensieri. Lo si è capito dai tanti tweet che ce l’hanno mostrata a fianco di tutta una serie di personaggi che, si è potuto intuire, hanno avuto un qualche ruolo nel ritorno di Lady Gaga, da Nile Rodgers a Giorgio Moroder, passando per Elton John e Mark Ronson e altri ancora. E proprio Mark Ronson, scopriamo, è responsabile con la stessa Gaga del suono del nuovo lavoro, a partire dal singolo incaricato di fare da apripista. Mark Ronson, già al fianco di Amy Winehouse e, più recentemente, di Bruno Mars per la megahit Uptown Funk, poi Kevin Parker dei Tame Impala, già a fianco di Rihanna per Anti, con la loro Some Old Mistake, e Bloodpop, artefice di Sorry di Justin Bieber, dei lavori di Grimes, sicuramente artista vicina, per sperimentazioni, a Lady Gaga, come delle “galline vecchie” Madonna e Britney Spears.
La cover del singolo, postata qualche giorno fa sui social dalla stessa Gaga, ce la mostra in chiave rock, un po’ Alanis Morrisette, un po’ Avril Lavigne. E l’ascolto del singolo, in effetti, non tradisce questa estetica. Pur essendo chiaramente un brano alla Lady Gaga, coi tipici vocalizzi della nostra, Perfect Illusion è un brano decisamente di rock, radiofonico, tirato nelle ritmiche, la voce perennemente tesa, un testo che parla di errori di cuore e ripete, ossessivamente, “non è amore”. Un rock alla Gaga, in poche parole, e in questo si capisce bene la scelta di tre produttori così di grido ma anche così differenti tra di loro, con BloodPop sicuramente alle parti elettroniche e Ronson e Parker a lavorare di analogico e di sano rock’n’roll.
Una nuova pelle, quindi, per Lady Gaga. Una pelle che, però, come tutte le altre, che si tratti di quelle fantascientifiche esibite in Glamorama o Paparazzi, quelle tarantiniane esibite in Telephone, quelle horror mostrate nell’Hotel di American Horror Story o quella da diva esibita al fianco di Tony Bennet in giro per il mondo, le calza a pennello. Ottimo modo, va detto, per tornare sul luogo del crimine a recriminare la propria corona momentaneamente in testa alle colleghe Taylor Swift e Beyoncé.
Adesso non rimane che aspettare qualche ora o forse qualche giorno per vedere il nuovo videoclip, che sicuramente non mancherà di sorprendere, e poi via, verso la fine dell’anno per poter ascoltare le altre canzoni e capire se gli altri nomi che l’hanno affiancata in studio saranno in effetti parte del progetto LG5. Lei, Lady Gaga, nel mentre continuerà a fare duemila cose contemporaneamente, perché oltre che finire l’album e promuovere il singolo la si potrà vedere sul set di È nata una stella, in compagnia del bel Bradley Cooper, anche nel ruolo di regista. Lady Gaga c’è, per chi avesse dubbi a riguardo. C’è sempre stata.