Mentre in Italia si dibatte sulla purezza dei Cinque stelle e soprattutto su certi interessi in conflitto, sempre in Italia si consumano sotto i nostri occhi ben altri conflitti.
Per esempio, l’ex numero due di Amazon Diego Piacentini è stato da poco ingaggiato da Palazzo Chigi proprio sul digitale: nulla di anomalo? Francesco Boccia, uomo del Pd che presiede la commissione Bilancio alla Camera vuole sapere se Piacentini detiene azioni della Amazon. La sua domanda sottintende un’anomalia di fondo che è innanzitutto di opportunità politica e forse anche di qualcosa d’altro. (Non è la prima volta che Boccia denuncia certe distorsioni del capitalismo moderno soprattutto per mano di chi agisce nell’economia digitale.)
A Renzi forse la cosa può anche non interessare visto il fascino che i grandi brand della web economy imprimono su di lui, ma gli equivoci che stanno generando queste sue amicizie sono ormai evidenti. Amazon. Facebook. Google. O Apple. Quella Apple con cui facciamo una pace fiscale che farebbe gola a tanti imprenditori italiani che non hanno la possibilità di essere né visti né sentiti dal nostro premier, per quanto costoro siano decisamente più importanti di mister Cook. I primi infatti danno posti di lavoro veri. Il secondo va a Napoli a fare il gioco delle tre carte, mettendo in palio posti di lavoro che non ci saranno mai. Il che è in linea coi miracoli del Jobs Act.
E che dire di Goldman Sachs che entra a piedi uniti nella campagna referendaria dicendo che in caso di vittoria del No salterebbe l’aumento di capitale Montepaschi, aprendo così le porte al fondo europeo salva Stati, cioè il “pilota automatico”? Certo, finché dentro queste banche d’affari si formano le “riserve istituzionali” (da Prodi a Monti passando per Gianni Letta, da Draghi a Costamagna…) tutto diventa normale. Anche appunto l’appoggio esterno di Goldman Sachs et similia, che in fatto di spazzatura finanziaria potrebbero raccontarci tante cose.
E che dire di Marchionne? Altro gran… giudice delle riforme italiane sebbene cittadino svizzero e imprenditore ormai straniero visto che le holding si traslocano dove porta la globalizzazione fiscale e finanziaria. Eccoli gli amici di Renzi. Quelli che garantiscono per lui.
Ricapitolando. Per gli errori di Di Maio e della Raggi pagine e pagine, sugli strani intrecci di cui sopra giusto un articolo per salvare la faccia. Meglio montare la panna sui Cinquestelle che dover spiegare di come certi signori entrino nelle dinamiche italiane. Riforma costituzionale inclusa.