“Alla famiglia non è gradita la presenza dei politici di Grazzanise”. La frase, scolpita sul manifesto dell’addio, è la sintesi di delusioni e di rancori che sopravvivono alla morte di un personaggio di peso. Un medico conosciuto, un politico con una storia discussa alle spalle. Enrico Parente è morto a 64 anni, stroncato da una malattia. E’ stato il sindaco di Grazzanise (Caserta) in quota Pdl, e nel 2013 l’amministrazione comunale fu sciolta per infiltrazioni camorristiche.
Le intercettazioni di una inchiesta della Dda di Napoli coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli hanno poi svelato i presunti interessi del clan dei Casalesi sull’appalto da 3 milioni e mezzo di euro dell’ “Emissario Grazzanise”, la condotta fognaria sino a Cancello Arnone. Per questo appalto l’ex sindaco Parente è stato arrestato a maggio insieme agli imprenditori Alessandro Zagaria e ai fratelli Madonna, e le sue foto in precarie condizioni di salute hanno fatto il giro delle testate casertane.
Nel dicembre del 2013 Parente fu condannato in primo grado a 2 anni di reclusione con l’accusa di favoreggiamento del superboss Michele Zagaria. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 24 gennaio 2009 Parente, a bordo della sua Alfa 166, partì da Grazzanise per raggiungere Innsbruck, in Austria, per curare il capoclan all’epoca latitante, e lasciò per circa un mese la reggenza del Comune al suo vice.
Per la vicenda dell’”Emissario Grazzanise”, il Gup ha deciso il rinvio a giudizio immediato di Parente e degli altri indagati fissando la prima udienza al prossimo 4 ottobre. Quattro giorni fa la nuova giunta, guidata dal sindaco Pd Vito Gravante, per la prima volta in un processo di camorra ha deliberato la costituzione di parte civile. C’è chi pensa che questa delibera, approvata nei giorni in cui Parente si stava spegnendo, sia uno dei motivi per cui la famiglia dell’ex sindaco non abbia gradito la presenza dei politici locali ai funerali.