di Francesco Flaviano Russo
Il parlamento riprenderà tra poco l’esame del disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis. Gli argomenti portati a favore e contro il provvedimento sono numerosi. È dunque utile riassumerli e discuterli. Dalle entrate fiscali al sovraffollamento delle carceri, ecco i probabili effetti.
Effetti su entrate fiscali e numero di consumatori
Il parlamento riprenderà tra poco l’esame del disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis. Credo sia utile riassumere – e discutere – i principali argomenti a favore e contro.
Legalizzare la cannabis farà aumentare le entrate fiscali? Sicuramente nascerà un mercato legale, ma ciò non vuol dire che quello illegale scomparirà del tutto. Anzi, è molto probabile che ne rimarrà comunque uno illegale parallelo, un po’ come succede in alcune città per le sigarette. Un esempio concreto viene dagli Stati Uniti: gli stati di Washington e Colorado hanno legalizzato l’uso ricreativo della cannabis, ma la quota di mercato illegale continua ad attestarsi, rispettivamente, al 30 e 40 per cento.
Più alte saranno le tasse sulla produzione e consumo e più alta sarà la quota di mercato illegale e, quindi, più basso il gettito. L’ideale sarebbe iniziare con un livello di tassazione relativamente basso, per esempio intorno al 40 per cento come per l’alcool, in modo da attirare il maggior numero possibile di clienti dal mercato illegale.
Aumenterà il numero di utilizzatori? Con la legalizzazione verranno meno le sanzioni, la sostanza avrà una maggiore visibilità e la semplice riclassificazione da proibita a legale potrebbe far sparire le remore morali di alcuni. Diminuirà anche il prezzo, perché calerà drasticamente il costo necessario a portare la cannabis sul mercato.
Ma già oggi in Italia di fatto non ci sono sanzioni per il consumo e la detenzione di piccole quantità e la cannabis è facilmente reperibile a un prezzo basso. Infatti, i dati dell’European monitoring center for drugs and drug addiction indicano che il 32 per cento degli italiani adulti ha fatto uso “una tantum” di cannabis. Negli Usa, il consumo in Colorado e Washington è cresciuto più rapidamente rispetto al resto del paese. Tuttavia è anche vero che nei due stati l’utilizzo di cannabis era in crescita già prima della legalizzazione. Come ricorda Piero David, poi, uno studio del dipartimento per la Salute pubblica del Colorado mostra addirittura una diminuzione dell’uso di marijuana da parte dei giovani dopo la legalizzazione.
Aumenterà la spesa sanitaria?
Legalizzare la cannabis farà aumentare il consumo di droghe più dannose? La cosiddetta teoria della “Gateway Drug” prevede una progressione naturale dal consumo di marijuana a quello di eroina, cocaina e droghe sintetiche. La teoria, però, non considera che gli effetti di queste sostanze sono completamente diversi tra loro e dunque i loro consumatori tipici hanno caratteristiche personali molto diverse. Né ci sono evidenze empiriche robuste a favore dell’esistenza di una transizione, semmai, a rivelarsi come propedeutico è il consumo di alcool.
Crescerà la spesa sanitaria? Senza entrare troppo nel merito, è bene ricordare che molti effetti negativi della marijuana dipendono dagli additivi nocivi utilizzati nella produzione. La legalizzazione, con conseguente controllo della filiera, permetterebbe di commercializzare una cannabis più pulita. E si potrebbe evitare il diffondersi di prodotti come l’Amnèsia, ottenuta aggiungendo alla marijuana metadone, eroina o altre sostanze chimiche, che induce il passaggio verso droghe più nocive. Le etichette sulle confezioni potrebbero poi riportare obbligatoriamente il contenuto di principio attivo (Thc) per rendere i consumatori più consapevoli della quantità di sostanza assunta. Non è possibile farlo quando ci si rivolge al mercato illegale e di conseguenza spesso se ne consuma più di quanto si desidera. Quindi, anche ammettendo un aumento del consumo post-legalizzazione, l’impatto finale sulla spesa sanitaria è dubbio.
Meno reati con la legalizzazione?
Legalizzare la cannabis farà diminuire il numero dei reati violenti? Se la vendita della sostanza espone di per sé al rischio di incarcerazione, allora il costo aggiuntivo di un reato è più basso. E in un mercato illegale, la violenza è l’unico modo per risolvere le dispute commerciali, non essendo possibile il ricorso ai tribunali. Su questo aspetto, molto dipenderà dalla dimensione del mercato illegale.
Scenderà il reddito della criminalità organizzata? La cannabis è la droga più trafficata e consumata al mondo, quindi le organizzazioni che oggi gestiscono il mercato registreranno perdite, anche se parte di quello illegale persisterà. Una delle caratteristiche delle organizzazioni criminali moderne è però la loro capacità di infiltrare l’economia legale, si può dunque presupporre che non perderanno del tutto la loro influenza sul segmento legale del mercato.
Si ridurrà il sovraffollamento delle carceri, con effetti positivi per i detenuti, il bilancio dello stato, il sistema giustizia e le forze di polizia? Per il persistere del mercato illegale parallelo sarà comunque necessaria l’attività di contrasto, con arresti, processi e incarcerazioni, ma i soggetti interessati saranno sicuramente molti di meno.