I dem toscani Parrini e Marcucci annunciano di vole denunciare Aldo Grandi, non nuovo a provocazioni del genere. Ma lui non ci sta e replica: "La frase era solo metaforica". E sfida Renzi a "duello". Interviene nella polemica anche Enrico Rossi: "È un giornalista fascistissimo, sogna rivincite su Piazzale Loreto"
Renzi? Un “ex boy-scout traditore da mettere al muro e fucilare nella schiena”. Così ha scritto Aldo Grandi, direttore della testata online La Gazzetta di Lucca, in un articolo in cui criticava con durezza il sindaco Pd di Capannori, in provincia di Lucca. Una frase “ovviamente metaforica”, ha detto lui dopo che la bufera era scoppiata. Ma Dario Parrini, deputato e segretario dem della Toscana, in un comunicato stampa esprime tutto il suo sdegno per quelle parole. Una “delirante affermazione, una minaccia di evidente stampo fascista“, l’ha bollata Parrini, precisando che “il Pd si riserva nei prossimi giorni di denunciare civilmente e penalmente il giornalista, non nuovo a tali espressioni violente, e nel frattempo sottopone la questione anche all’Ordine dei giornalisti“. A sostegno del segretario toscano, è arrivata subito dopo la dichiarazione di Andrea Marcucci. Il senatore del Pd si unisce “all’indignazione espressa” dal collega di partito, affermando che la frase di Grandi “non è una critica politica, ma odio allo stato puro ed anche un reato”.
Ancora più dura la reazione del governatore toscano, Enrico Rossi. “Il giornalista fascistissimo Aldo Grandi, evidentemente influenzato dalla recente adunata neofascista di Chianciano Terme (il riferimento è alla festa nazionale di CasaPound, ndr), incita all’odio verso Matteo Renzi e sogna rivincite su Piazzale Loreto. Noi democratici – prosegue Rossi sulla sua bacheca di Facebook – chiediamo semplicemente che siano fatte valere nei suoi confronti le leggi dello Stato democratico”.
La prevedibile reazione di Grandi, carattere sempre incline alle provocazioni, era arrivata in mattinata, prima ancora del commento di Rossi. “Ogni volta che qualcuno afferma qualcosa che non è di gradimento al Pd e alla sua pretesa volontà di egemonizzare cultura e politica di questo Paese, si ricorre all’appellativo di fascista”. Grandi ha spiegato come la sua frase, “ovviamente metaforica, vada riservata a coloro che, nei confronti del proprio Paese, si comportano da ‘traditori'”.
Il direttore della Gazzetta di Lucca entra poi nel merito della polemica, precisando i motivi che lo hanno spinto a criticare in modo così aspro il presidente del Consiglio. “Ritengo – ha detto – che far entrare impunemente centinaia di migliaia di immigrati provenienti da culture, religioni, usi, costumi lontani anni luce dai nostri è, come direbbe Ida Magli, un tradimento di quelle che sono le nostre origini e soprattutto una violazione di quella che è la nostra identità collettiva e nazionale”. Questioni, quelle relative all’integrazione e all’accoglienza dei migranti, in cui già nel 2013 Grandi aveva preso posizione in maniera assai polemica, ricevendo dapprima un esposto dall’Ordine dei giornalisti del Lazio e, immediatamente dopo, un attestato di solidarietà da Forza Nuova.
Dopo la difesa, in ogni caso, Aldo Grandi non ha rinunciato ad andare all’attacco. “Se Matteo Renzi e il Pd ritengono di sentirsi offesi per questa chiamata in causa sono pronto ad affrontarli, metaforicamente, in dibattito, se preferiscono in ‘duelli’, in qualunque momento vorranno”.