L’Inps non fallirà, il problema dell’Italia non è la sostenibilità del sistema previdenziale. Piuttosto l’equità, con pensioni e vitalizi – come quelli dei politici – ingiustificati. A dirlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri, intervistato da Presadiretta, il programma di Rai3, nella puntata che andrà in onda domani, 12 settembre. “Il problema vero che noi abbiamo oggi in Italia – dice Boeri – è quello dell’equità e non quello della sostenibilità finanziaria del nostro sistema pensionistico”. Per il presidente dell’Inps “ci sono delle persone che hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificate alla luce dei contributi che hanno versato in passato”. Un “trattamento privilegiato” che è stato “concesso per tanti anni” e sul quale Boeri si batte sin dal suo insediamento alla guida dell’Inps. Per chi ha degli importi molto elevati di prestazioni, dice, “non è il caso di chiedere loro un contributo che potrebbe in qualche modo alleggerire i conti previdenziali?”. Intervenendo in questo senso sarebbe possibile ”fare qualche operazione di redistribuzione”. Per esempio, spiega Boeri, potrebbero essere aiutate persone che ”sono nella fascia di età prima della pensione, che sono in condizione di povertà. Oppure potremmo concedere maggiore flessibilità in uscita verso il sistema pensionistico”. Sono tutte operazioni che, secondo il presidente, “si possono fare in questo ambito”.
Il presidente dell’Inps non nasconde le difficoltà economiche ma precisa che “se c’è qualcosa di cui le persone si devono preoccupare non sono i conti dell’Inps ma sono i conti dello Stato italiano, il debito pubblico”. Boeri precisa che “poniamo pure che l’Inps fallisse, e non fallirà vi assicuro, però ci sarà sempre lo Stato italiano”. A incidere negativamente sui conti dell’istituto sono anche le truffe messe in campo, attraverso il sistema dei falsi lavoratori. Boeri ricorda che nel 2015 sono state scoperte 30mila posizioni di questo tipo. “Viene fuori una cifra di 150 milioni di prestazioni che noi avremmo erogato indebitamente, quindi sprecando delle risorse pubbliche”. Con il nuovo sistema di vigilanza le truffe vengono ”scoperte in tempo reale” evitando di erogare risorse ai truffatori di professione, un sistema di controllo che prima dell’arrivo di Boeri ”non veniva fatto in modo sistematico”.
Nelle operazioni di vigilanza dell’Inps, intanto, emerge che i “furbetti” sono concentrati in alcune regioni. “La Campania innanzitutto, poi l’Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, tre quarti del fenomeno è in queste quattro regioni”. I tentativi di ingannare l’istituto, spiega Boeri, sono legati anche agli incentivi contributivi del Jobs Act. “Abbiamo scoperto che ci sono delle aziende che hanno licenziato, e poi riassunto, il lavoratore con dei contratti a tempo indeterminato, hanno fatto domanda per l’esonero contributivo”. In questi casi, secondo il presidente, “abbiamo stimato di esser riusciti a recuperare circa 600 milioni di euro”.
Nella stessa puntata di Presadiretta parla anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini che precisa meglio quanto già annunciato da Matteo Renzi sull’anticipo pensionistico, i cui costi saranno abbattuti. “L’anticipo pensionistico è per tutti, indipendentemente dalla gestione previdenziale – spiega Nannicini – Quindi vale per gli autonomi, per le partite Iva della gestione separata, vale per artigiani, commercianti”. L’anticipo pensionistico – aggiunge Nannicini – non costerà nulla ai disoccupati o ai lavoratori in condizioni disagiate, mentre oscillerà tra i 50 e i 60 euro al mese per 20 anni per chi percepisce una pensione di 1.000 euro e lo chiederà per un anno. “Se un pensionato ha 1.000 euro al mese ed è meritevole di tutela, – afferma – è disoccupato senza ammortizzatori sociali, fa lavori rischiosi, pesanti, faticosi, è in condizioni soggettive di bisogno perché magari ha a casa un disabile da assistere, in tutti questi casi il costo è zero. Per chi lavora, un anno di anticipo gli costerà una cifra da 50 a 60 euro al mese per 20 anni mentre tre anni di anticipo costeranno dai 150 a 200 euro al mese”.
Con l’anticipo pensionistico, prosegue Nannicini, “non si rischia niente, non ci sono garanzie che richiede l’Ape. Non si rischia l’auto, non si rischia l’immobile, gli eredi non rischiano di vedere qualcosa che ricade sulla pensione di riversibilità perché tutto sarà coperto da un’assicurazione”. “Gli interessi e l’assicurazione saranno pagati da chi richiede l’Ape – conclude – non ci sono rischi reali, ma ci sono costi finanziari. Poi ci sarà una platea importante di agevolati che riceveranno un bonus fiscale e questo coprirà non solo gli interessi e l’assicurazione, ma anche il capitale anticipato se sei particolarmente meritevole di tutela, in condizioni di bisogno e hai un reddito basso”.