Il solito incontro per cercare di chiarire. Il tentativo disperato di mettere a posto le cose, quando ormai non c’è più niente da fare. La solita incapacità di accettare la fine della relazione. Elementi di una trama già letta. Cambiano i nomi dei protagonisti: presunti killer e vittime. Cambiano anche le città che fanno da sfondo. Il finale invece è sempre uguale. Questa volta siamo a Parma. Una telefonata arriva ai carabinieri intorno alle 20 di sabato sera. Sono i vicini di casa a chiamare, spaventati dalle urla. I militari si presentano all’appartamento al civico 61 di largo Guido Carli, periferia della città. Entrano. Trovano il cadavere di Elisa Pavarani, operaia di 39 anni, uccisa con diverse coltellate. Nel mirino dei carabinieri entra subito Luigi Colla, 42 anni, saldatore in un’azienda parmense che produce serbatoi e proprietario dell’appartamento. Tra i due c’è stata una storia, ma Elisa l’ha voluta chiudere. Lui invece non si rassegnava.
Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, ieri sera la Pavarani cede alla richiesta di Colla e si presenta a casa sua per sentire cosa l’ex compagno ha da dirle e per riprendere alcuni vestiti. Forse scoppia una lite e a quel punto la donna viene massacrata. Colla viene trovato a pochi chilometri dall’appartamento, nella zona sud della città, attorno alle 2.30 mentre vaga solo e in stato confusionale. I carabinieri lo portano in caserma e visti i gravi indizi a suo carico scatta il fermo. Adesso si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario. “Sì, di litigi ce n’erano stati ed alcune volte, qualche tempo fa, avevamo anche avuto paura per le urla molto alte. Ma arrivare sino a questo punto non l’avrei mai pensato. E’ una cosa terribile”, dice un vicino di casa. “Luigi perdeva spesso il controllo”, racconta un collega di lavoro a parmatoday.it. “Lavoro con lui da anni ed era uno che perdeva spesso le staffe, anche sul posto di lavoro”. “Era stato trasferito dallo stabilimento di San Prospero a San Secondo proprio per alcuni dissidi con i colleghi. Lei? Non la conoscevo, non ne parlava mai”.
Le indagini sono in mano ai carabinieri guidati dal capitano Giovanni Mura che devono ricostruire cosa sia esattamente accaduto. Il fascicolo della Procura è stato aperto del pm Salvatore Ausiello. Sulla copertina della sua pagina Facebook, Colla aveva pubblicato una foto insieme a Elisa. Rispondendo ad un post di un amico aveva scritto: “Pace? Non ancora”.