C’era una volta, in una terra lontana, un uomo cattivo che odiava la libertà e la democrazia. Un giorno, dalla sua grotta oscura, ordinò ad altre persone molto cattive di uccidere persone buone e innocenti. Questo in sintesi quello che si sapeva ai tempi, sul signor Osama Bin Laden: ricco saudita discendente di una famiglia altolocata della “Saudi bene” al quale era “bruciato” il cervello.
Chi creò Bin Laden? In Afghanistan nei lontani anni 80-90 c’erano i cattivi comunisti che combattevano i teneri afghani. Questi poveri afghani si eran messi a combattere organizzati in quelli che poi vennero conosciuti come Mujaideen. A capo dei combattenti, o una parte di essi, c’era il giovane Osama Bin Laden. Supportato, come riporta questo lodevole articolo del Guardian (datato 1999 quindi prima delle torri gemelle) dal governo americano (Cia). Qualche anno dopo questo articolo 2 torri (vecchiotte, con una manutenzione costosissima, ma appena riassicurate per un premio finale incassato, in seguito al crollo, di oltre 4 miliardi di dollari) vennero colpite con violenza da due aerei di linea dirottati da terroristi coordinati dal signor Bin Laden.
Differenti fonti ufficiali sostengono che tale fu il calore sviluppato dall’incendio che le travi portanti delle torri si ammosciarono abbastanza per dare il via a un crollo che, piano dopo piano, fece accasciare sul loro asse queste altissime torri. In gergo venne chiamato effetto pancake (all’epoca Charlie Hebdo non ebbe modo di fare battute idiote sul cibo, come successo di recente per Amatrice).
Un altro aereo di linea, di cui non si han riprese chiare, sfondò un’ala del Pentagono (e per il caldo in pratica si dissolse), un quarto aereo egualmente dirottato, venne abbattuto dai caccia americani.
Il cristiano rinato, ex alcolista, allora presidente americano George Bush (il di cui padre aveva egualmente servito come presidente degli Stati Uniti, provenendo dalla direzione della Cia) si adirò molto, come riportano questi appunti del giorno dell’attacco (emersi di recente), e dichiarò la guerra al terrorismo. Qual è l’eredità, dopo 15 anni di “grande guerra” al terrorismo?
Negli appunti di cui ho fatto menzione Bush parla dell’attacco più grave sul suolo americano dai tempi di Pearl Harbor. Curioso che lo stesso nome emerga un paio di anni (1997) prima in un famoso rapporto Pnac (Project for the New American Century). In questo rapporto si discuteva che gli Usa necessitavano una proiezione militare molto amplia. Tale proiezione richiedeva un budget del Pentagono grandemente aumentato. Si dibatteva il fatto che un budget del genere avrebbe richiesto un evento cataclismico, come l’attacco giapponese a Pearl Harbor.
Oggi il budget del Pentagono è grandemente accresciuto. Come riporta il Cfr (Council of Foreign Relations) il budget del Pentagono è praticamente raddoppiato fino a quasi raggiungere gli 800 miliardi di dollari in 10 anni. Un conflitto quasi decennale in Afghanistan, Iraq senza un esito finale accettabile. La destabilizzazione e crisi sociale di circa 10 Stati islamici con escalation estreme che han dato luogo a vere guerre civili: Yemen, Mali, Libia, Siria. Il prezzo medio del petrolio da 24 dollari circa del 2001 ad un picco in poco più di 10 anni a 109 dollari .
Un’accresciuta acredine con la Repubblica iraniana (corrisposta) che, in quel periodo, avrebbe potuto essere un alleato perfetto per combattere i terroristi, che, a quanto pare, traevano il loro credo ideologico da un’aberrazione della visione whabita (un sotto filone interpretativo della corrente religiosa sunnita) presente nel regno Saudita.
La morte tra civili, militari e terroristi di poco meno di 500.000 individui (dal rapporto che leggete noterete che vi sono differenti punti di vista, un rapporto redatto nel 2015 dal IPPNW tedesco). La ricerca militare è schizzata alle stelle. Un numero elevato di tecnologie ancora in fase di elaborazione e test (come i droni) sono divenute cose “normali”. Dalle poche unità del 2001 siamo alle centinaia oggi, impiegati in differenti scenari bellici.
L’evoluzione di una nuova branca del diritto bellico (termine che aggrega imprecisamente un mix di articoli della carta delle nazioni unite, regole di ingaggio etc..) che, con il termine “targeted killing” rischia di creare precedenti colossali nel diritto internazionale (un analisi interessante la trovate in questa analisi del Human Right Watch).
Questa gli oggetti dell’eredità lasciataci da alcuni signori (cristiani rinati, islamici wahabiti).
@enricoverga