Recentemente, sono morte due giovani donne che erano affidate a terapie alternative. I loro medici hanno affermato che avrebbero potuto essere curate con buone probabilità di successo tramite terapie efficaci.
Queste tragedie non sono purtroppo casi isolati. Tantissime persone utilizzano terapie non validate scientificamente (e quindi delle quali non c’è alcuna evidenza di efficacia), fortunatamente per lo più per piccoli disturbi che si risolverebbero comunque da soli, o in aggiunta a cose che curano per davvero. La maggior parte dei clienti, non avendo le competenze necessarie, attribuisce la “guarigione” oppure il semplice “stare meglio” al “rito magico” e crede erroneamente nell’efficacia della “cura miracolosa”.
Le terapie alternative sono molto spesso costituite da sostanze tutto sommato innocue (acqua, zucchero o anche solo “supporto psicologico” da parte di non professionisti). Per questo sono (erroneamente) tollerate. Indirettamente i gravi danni ai pazienti li causano eccome. La FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri) ha annunciato la creazione di un sito dal nome eloquente, “attenti alle bufale”, nel quale degli esperti nazionali scriveranno articoli per mettere in guardia dalle truffe.
L’iniziativa è sicuramente meritoria ma ho qualche perplessità che spero sia dissipata. È bene avvisare le persone delle bufale, ma se una terapia farlocca non è molto nota, parlarne potrebbe causare il cosiddetto backfire effect, ovvero si rischia involontariamente di pubblicizzarla. I ciarlatani lavorano su grandi numeri: sanno che se raggiungono tante persone alla fine qualcuno cascherà nella loro rete. Cercano nuovi clienti presentando la propria terapia come “scientifica”, magari tramite pubblicazioni su quelle riviste scientifiche del tipo paga-pubblica-cosa-vuoi, oppure mediante “conferenze scientifiche” presso università e ospedali.
Per smentire le pseudocure è importante avere qualcuno che conosca le bufale in generale, perché le strategie dei ciarlatani sono semplici e ripetitive. Oltre a medici e scienziati, ci sono ottimi debunker tra i prestigiatori, perché sono abituati a muoversi in un campo nel quale si lavora con l’illusione e al contatto con il pubblico. I prestigiatori davvero bravi non hanno chissà quali abilità manuali, ma piuttosto presentano in modo sorprendente e accattivante qualcosa che è invece assolutamente normale, mettendo in luce solo la piccola parte della realtà funzionale ad accreditare le proprie tesi. Ecco che grazie alla “terapia magica” è sparito il tumore con la documentazione medica (dalla quale si vede che il tumore era stato già rimosso chirurgicamente); ecco il racconto che la tal persona è guarita da una grave patologia e sta bene (ma dove sono le prove che la malattia c’era davvero?).
La maggior parte dei ciarlatani non racconta direttamente bugie: si limita a dire “prova questa cosa” e induce la vittima a trarre conclusioni (errate) che poi saranno propagandate con il passaparola. Il ciarlatano sposta l’attenzione sulle truffe delle case farmaceutiche (accuse reali, in alcuni casi) come se tutto questo possa rappresentare una giustificazione per le sue truffe. Invece, capire le truffe (sicure e semplici) dei ciarlatani è il primo passo per poi comprendere quelle (presunte e ben più complesse da svelare) delle compagnie farmaceutiche.
Piuttosto che illustrare tutte le bufale che girano in rete, sarebbe forse più utile spiegare le (poche) strategie di chi propaganda le pseudocure particolarmente note, quelle che la stragrande maggioranza del pubblico già identifica come bufale. Limitandosi a parlare di queste non si rischia di pubblicizzarle oltre. Altro aspetto da considerare è che gli esperti potrebbero descrivere i risultati ottenuti applicando le più recenti terapie. Una delle strategie dei ciarlatani è di demonizzare le cure efficaci, magari raccontando gli effetti collaterali di terapie che non si usano più. Raccontare (bene) le cure di oggi e non quelle dello scorso millennio può spiegare ai pazienti che le alternative ci sono eccome. Occorre anche notare che il sito attentiallebufale.it, anche se un po’ in disarmo, già esiste, ed è appunto di un debunker, come ce ne sono tanti altri in rete come ad esempio l’ottimo sito MedBunker.
Infine, una questione è cosa considerare “bufala”. Una definizione semplice sarebbe quella di “qualsiasi terapia priva di evidenze scientifiche”. Ci sono però iscritti che le presunte cure prive di evidenze scientifiche le consigliano eccome. Come si può essere credibili quando si prescrive un farmaco efficace e poi anche acqua fresca con presunte proprietà magiche? Per essere autorevoli verso i ciarlatani, occorrerebbe “fare pulizia” al proprio interno. Come si comporterà l’ordine? Sarà intransigente oppure eviterà di definire “bufale” cosa pratica una parte dei propri iscritti?