"Significativa crescita" nella fascia di età 15-34 anni. Scendono al 22,3% ma restano oltre 2 milioni i ragazzi che non sono impegnati a scuola e non hanno un'occupazione. E sei giovani mamme su dieci restano a casa. Le persone in cerca di occupazione sono 2,9 milioni. Renzi: “Il Jobs Act funziona”
Prima del calo di luglio, nel trimestre aprile-giugno l’occupazione in Italia è cresciuta di 189mila unità rispetto ai tre mesi precedenti e sono diminuiti i giovani che non studiano né lavorano. Lo attestano i dati dell’Istat sul mercato del lavoro, secondo cui rispetto allo stesso periodo del 2015 ci sono 109mila disoccupati in meno. Gli occupati sono 22,9 milioni, le persone in cerca di occupazione sono 2,9 milioni, gli inattivi che non hanno un lavoro e non lo cercano scendono a quota 13,6 milioni. Secondo il premier Matteo Renzi, i dati mostrano che “il Jobs Act funziona”. L’apparente contrasto con i numeri diffusi dal ministero del Lavoro tre giorni, relativi anch’essi al secondo trimestre, dipende dal fatto che in quel caso si parlava di contratti attivati e cessati, quindi di “flussi”, mentre l’istituto di statistica fotografa gli stock, cioè il totale degli italiani al lavoro in un dato momento.
Secondo l’Istat, nel secondo trimestre 2016 l’occupazione complessiva è salita appunto dello 0,8%, pari a 189mila unità, rispetto al trimestre precedente. In particolari i dipendenti a tempo indeterminato sono cresciuti dello 0,3%, quelli a termine del 3,2% e gli indipendenti dell’1,2%. Su base annua la crescita complessiva è di 439mila occupati con una “significativa crescita” degli occupati di 15-34 anni (+223mila). In quella fascia di età la disoccupazione scende al 35,5% dal 40,3% del trimestre precedente e dal 41,1% dell’anno precedente.
Scendono inoltre al 22,3% i ragazzi che non sono impegnati a scuola né lavorano, i cosiddetti Neet (Not in education, employment or training): sono 2 milioni e 35mila, diminuiti di 252mila unità in un anno, sempre secondo l’Istat. L’incidenza dei Neet, cresciuta dal 17,7% del secondo trimestre 2008 al 25% del secondo 2013, è rimasta stabile tra il 2014 e il 2015 e ora inizia a ridursi. Il dato cresce però tra le giovani mamme: sei su dieci infatti rimangono a casa. Tra le donne sotto i 30 anni con figli piccoli, rileva l’Istat, l’incidenza delle Neet è al 64,4%. Le neomamme sono inoltre oltre metà di tutti i giovani inattivi che non cercano un impiego e non sono disponibili a lavorare (complessivamente 521 mila persone). L’incidenza dei Neet tra i giovani papà, al contrario, si ferma al 14%, sotto la media complessiva del 22,3%.
Il tasso di disoccupazione, dopo la stabilità dei due trimestri precedenti, diminuisce in lieve misura nel secondo trimestre 2016 (-0,1 punti) rispetto al trimestre precedente e di 0,6 punti rispetto allo stesso trimestre del 2015, all’11,5%. E’ in calo anche il tasso di disoccupazione giovanile, relativo ai ragazzi di 15-24 anni, che scende al 35,5% dal 40,3% del trimestre precedente e dal 41,1% dell’anno precedente. Tuttavia questi dati sono superati da quelli di luglio, che danno la disoccupazione complessiva all’11,4% e quella giovanile risalita al 39,2%.
“Dati ufficiali Istat di oggi. Nel II trimestre 2016 più 189mila posti di lavoro. Da inizio nostro governo: più 585 mila. Il #JobsAct funziona”, scrive su Twitter il premier.