di Angelo Mazzoleni

Sono stati giorni di fuoco per il M5s. Ora che il linciaggio mediatico del sistema sembra essersi temporaneamente attenuato, credo sia utile proporre alcuni cambiamenti per evitare altri errori futuri.

Grillo sembra averne preso finalmente atto dopo che, da mesi, molti della base, ma anche dei parlamentari premevano in questa direzione.
Da iscritto al Movimento, mi auguro solo che si proceda rapidamente verso una ristrutturazione che sani alcune contraddizioni interne, peraltro in conflitto rispetto a quelli che sono e restano i valori fondanti essenziali del Movimento e legati ad una gestione troppo verticistica ed elitaria da parte dello staff.

Se il M5s vuol fare il passo definitivo verso una sua piena maturità, occorre dunque cambiare coraggiosamente alcuni meccanismi ritrovando lo spirito delle origini ma con regole nuove, codificate e condivise, più consone alla crescita esponenziale del Movimento adattandole alla situazione attuale ed in una prospettiva di governo anche nazionale.

Al di là degli attacchi strumentali di media e avversari, diversamente dalla partitocrazia, il M5s è ancora un albero dalle radici sane, quel che ancora manca, a mio parere, è dunque solo una migliore organizzazione e coordinamento interno del lavoro collettivo ed il coinvolgimento della base e delle competenze dei cittadini in questo processo.
Questi, a mio avviso, dovrebbero essere i passaggi chiave di questo percorso:

– allargare il direttorio con deleghe funzionali, per competenze, ad altri gruppi di gestione su aree specifiche;
– definire col concorso degli iscritti, magari anche attraverso una grande assemblea plenaria, regole scritte, chiare e condivise, da definire e proporre all’approvazione della base, per gestire con uniformità ed equità le situazioni locali e produrre maggior unità, lavoro collettivo e di squadra, evitando situazioni come quella di Quarto e del caso Pizzarotti (trattato diversamente dalla Muraro);
– a livello locale, almeno nelle città più grandi servirebbe un gruppo referente per coordinare e supportare l’azione dei sindaci, mentre le candidature andrebbero proposte sulla base di nuovi criteri basati maggiormente sulle competenze. Il voto per il candidato sindaco, andrebbe esteso, nei grandi centri, a tutti gli iscritti, dopo una prima scrematura a livello locale.
– potenziamento del gruppo comunicazione e più frequente consultazione, dei cittadini e base iscritti in rete. Una pagina comune su Facebook oltre alla piattaforma Rousseau, meglio gestita e con uno staff trasparente eletto a rotazione, potrebbe essere molto utile insieme a maggior presenza in tv per smontare le mistificazioni imperanti;
– maggiore democrazia interna e nuovi strumenti per quella diretta. Lex iscritti, per quanto sia uno strumento utile e rivoluzionario, è ancora gestita dall’alto e, se consente ad ogni iscritto di proporre leggi, non ha risolto il problema di un necessario completamento ed aggiornamento dei programmi in tutti i settori, con piani e progetti, di breve medio e lungo periodo, col supporto delle competenze dell’intelligenza collettiva.
– stabilire, una volta per tutte, come e chi debba decidere sulle questioni più importanti: un direttorio allargato o, più democraticamente tramite la consultazione e voto degli iscritti?
– allargara anche l’area dei garanti che dovrebbero essere scelti e votati, all’interno di un’area di nominativi su proposta dell’attuale garante unico e del Direttorio, sempre dagli iscritti.
– visti i continui e persistenti attacchi mediatici, creare di un gruppo addetto a comunicazione e controinformazione, magari con la creazione di un blog-giornale autogestito da iscritti con competenze in scrittura in supporto al blog di Grillo.

Insomma è fondamentale, a mio parere, completare il processo di una reale democrazia diretta e partecipata, utilizzando anche altre piattaforme avanzate già sperimentate localmente.
Uscire insomma dal verticismo, forse necessario in una prima fase, ma che ora rischia di diventare fonte di spaccature e di immobilismo e dall’improvvisazione generata dalla mancanza di regole scritte.

Tutto il resto verrà da sé e fa parte dello spirito e dei valori di fondo del M5s, quelli che, pur con tante attuali contraddizioni, lo differenzia profondamente dalla partitocrazia. Ecco perché tutti gli attacchi mediatici di questo mondo non sono ancora riusciti a scalfirne il consenso.

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