L'inchiesta su Valentino Talluto è stata chiusa. I casi contestati sono 57 e comprendono anche quelli di contagi indiretti (un bimbo e tre partner di donne in precedenza infettate), nonché casi di donne scampate all’infezione
Una vera e propria epidemia provocata dalla volontà di contagiare con il virus dell’Hiv. L’inchiesta della Procura di Roma su Valentino Talluto, il 32enne sieropositivo accusato di aver contagiato non meno di 30 donne durante rapporti sessuali non protetti benché fosse conscio del suo stato, è stata chiusa. Atto che prelude la richiesta di rinvio a giudizio.
I casi contestati sono 57 e comprendono anche quelli di contagi indiretti (un bimbo e tre partner di donne in precedenza infettate), nonché casi di donne scampate all’infezione. Le accuse formulate dal pm Francesco Scavo sono di epidemia dolosa e di lesioni gravissime. Talluto rischia almeno 20 anni di carcere.
Tra gli episodi contestati all’uomo, a partire dall’aprile del 2006 (quando scoprì di essere sieropositivo, e fino al 23 novembre scorso (giorno precedente l’arresto), anche il caso di un bambino, figlio di una straniera da lui contagiata anni prima, al quale è stato diagnosticato il virus Hiv all’età di otto mesi, unitamente all’encefalopatia, causalmente riconducibile, è detto in uno dei capi di imputazione, allo stato di sieropositività contratto dalla madre durante il parto.
Gli accertamenti hanno consentito di risalire a 57 episodi, ma gli inquirenti sono certi che ci siano altre persone contagiate, direttamente o indirettamente, che hanno evitato di ricorrere alla magistratura. Talluto si è sempre difeso sostenendo di non essere consapevole dei rischi che poteva arrecare a causa della sua sieropositività. La maggior parte delle donne contagiate erano state contattate tramite chat.