HEART OF A DOG di Laurie Anderson. Con Lolabelle. Durata ’78. Voto 4/5
Senso della vita, accettazione della morte e rinascita, contemplazione del cosmo e riflessione sull’oggi, il compianto rat terrier Lolabelle che suona il piano e l’altrettanto compianto Lou Reed che appare fugacemente come fantasma che si riflette in uno specchio. Heart of a dog è una stranissima creatura cinematografica che anni fa avremmo definito videoarte e che oggi diventa patchwork e miscellanea di sequenze animate, home movies personali, fotografie seppiate o in bianco e nero, una sequenza variata di continuo da dietro il vetro d’automobile sotto la pioggia o la neve. Voce fuori campo della regista, in Heart of a dog si dipana il filo lunghissimo che lega esistenza ed eternità, facendolo vibrare dentro l’anima dello spettatore, rintracciando e mostrando uno stato tra l’esserci e il non esserci più, in cui la coscienza acquisisce uno stato mentale simile al sogno che travalica ostacoli materiali, spazio e tempo. Film atipico, inclassificabile, sublime, con la cagnetta Lolabelle dolce e infinito frame ricorrente. Da vedere e percepire soprattutto col cuore. Di cane.