ALLA RICERCA DI DORY di Andrew Stanton USA 2016 Durata: 90’ Voto 2/5 (AMP)
Da 13 anni Andrew Stanton ha passato intere giornate pensando alla pesciolina Dory, sua magnifica nonché indimenticabile “creatura” in Alla ricerca di Nemo. Che ne sarebbe stato di lei una volta che Nemo e suo padre Marlin si sono ricongiunti? Al quesito esistenziale che tormentava il regista due volte premio Oscar (Nemo e Wall-E) risponde il fortemente voluto Alla ricerca di Dory, spin off e calco di titolo del primigenio. Scritto ad hoc per un pubblico di piccoli – a differenza della maggioranza delle produzioni Pixar che ben si addicono anche ai gusti adulti – il film ancora diretto da Stanton non offre alcuna originalità narrativa né creativa, rimanendo volutamente ancorato all’universo subacqueo del collega a pinne rosse. L’unica importante differenza sta nella personalità di Dory, assai più marcata rispetto a quella della coppia padre Marlin – figlio Nemo, che pure sono presenti in questo secondo lungometraggio.
La pesciolina blu, infatti, notoriamente soffre di perdita di memoria a breve termine, il che la rende buffa e simpatica fin dalla sua infanzia. Il suo scopo è quello di ritrovare i genitori smarriti e per questo anche lei, come Nemo, attraversa il Pacifico diretta al Parco Oceanografico della California in cui aleggia la voce materna della nostra Licia Colò, chiaramente presente solo nel doppiaggio in lingua italiana. Se in Nemo il messaggio sottostante era il mantenimento di coraggio e resistenza nel perseguire i propri obiettivi, in Dory l’attenzione si sposta sulla diversità, intesa come valore aggiunto e non riduttivo rispetto a ciò che comunemente si intende con il termine normalità. Tra i personaggi spicca il polpo Hank, nuovo character del franchise.