L’ex ad del fondo F2i che era finito sotto processo a Milano per aggiotaggio in relazione alla quotazione di Sea in Borsa
È diventato definitivo il proscioglimento disposto in sede di udienza preliminare per Vito Gamberale l’ex ad del fondo F2i che era finito sotto processo a Milano per aggiotaggio in relazione alla quotazione di Sea in Borsa.
Ieri, infatti, come hanno riferito fonti legali, la Cassazione ha rigettato il ricorso del pm di Milano Sergio Spadaro contro la sentenza di proscioglimento firmata nel luglio 2015 dal gup milanese Manuela Scudieri nei confronti del manager, del suo allora partner nella Sgr Mauro Maia e per il manager Renato Ravasio. Questo è il secondo procedimento in cui viene confermato il proscioglimento per Gamberale. Il primo riguarda il caso con al centro la vendita da parte del Comune di Milano nel 2011 di quasi il 30% di quote della Sea a F2i e per il quale era accusato di turbativa d’asta.
Il giudice Scudieri, il 17 luglio 2015, accogliendo le richieste dei legali Angelo ed Enrico Giarda, Marco De Luca, Guido Alleva e Gian Piero Biancolella, aveva emesso sentenza di non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste” per l’ingegnere, ora a capo, tra l’altro, di una società di gestione specializzata in infrastrutture per energie rinnovabili, e per altre due persone indagate in concorso, i manager Mauro Maia e Renato Ravasio.
Allora venne prosciolto anche il fondo per le infrastrutture F2i, che rispondeva in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Gamberale e gli altri erano accusati di aggiotaggio in relazione ad una lettera inviata alla Consob e che sarebbe stata mandata, secondo l’ipotesi accusatoria, allo scopo di far fallire, tra il 19 e il 30 novembre del 2012, la quotazione in Borsa della Sea, su cui puntavano i soci di maggioranza, ossia il Comune e la Provincia di Milano, ma non il fondo F2i, socio di minoranza. Secondo le indagini, coordinate dal pm Sergio Spadaro, sarebbe stata veicolata al mercato “la falsa informazione che la Sea stesse nascondendo dati rilevanti” in modo da far fallire la quotazione, dopo aver determinato “allarme negli investitori”.
Tesi questa, però, che non ha retto davanti al gup al quale ora la Cassazione, rigettando il ricorso della Procura, ha dato definitivamente ragione. Nell’aprile 2015 la Suprema Corte aveva confermato la sentenza di proscioglimento di un altro gup milanese per Gamberale e altri due imputati, tra cui lo stesso Maia, in relazione all’accusa di concorso in turbativa d’asta nell’ ambito del procedimento con al centro la vendita da parte del Comune di Milano nel 2011 di quasi il 30% di quote della Sea a F2i