Ex presidente della Repubblica, era ricoverato da giorni in una clinica romana. Domani la camera ardente al Senato. Renzi: "Uomo delle Istituzioni che ha servito con passione l’Italia". Letta: "Se l’Italia è (ancora) un grande Paese la riconoscenza che dobbiamo a Ciampi è enorme". Salvini: "Uno dei traditori dell’Italia e degli italiani, al pari di Napolitano e Prodi"
Partigiano. Governatore della Banca d’Italia. Ministro del Tesoro. Presidente del Consiglio. Capo dello Stato. E’ morto l’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Era ricoverato da alcuni giorni nella Clinica Pio XI di Roma, dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute. Domani 17 settembre sarà allestita la camera ardente al Senato. Palazzo Chigi ha disposto per lunedì 19 settembre – in concomitanza con i funerali – la giornata di lutto nazionale con l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici di tutto il Paese.
Nato a Livorno il 9 dicembre 1920, Ciampi era stato il decimo presidente della Repubblica, dal 1999 al 2006. In precedenza era stato governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio di un governo tecnico (1993), ministro del Tesoro e del Bilancio del primo governo Prodi. E’ stato il primo capo del governo e primo capo dello Stato non parlamentare della storia della Repubblica.
Tra i tratti caratteristici del suo mandato la rivalutazione del Tricolore, la bandiera italiana: “Il Tricolore è il simbolo moderno di un popolo antico – scandiva il 7 gennaio 2004 in occasione del suo discorso nella sala del Tricolore, a Reggio Emilia, dove la bandiera nacque il 7 gennaio 1797 quale simbolo della Repubblica Cispadana – ricco di cultura, di tradizioni, di arte e di nobiltà d’animo, ma anche sofferente per secoli per la mancanza di una insegna che lo unisse, che rappresentasse la volontà di un destino comune. Esponiamo il Tricolore nelle nostre case. Custodiamolo con cura. Regaliamolo ai nostri figli”. Con la stessa passione Ciampi fu convinto sostenitore della necessità di riscoprire il valore dell’inno di Mameli: innumerevoli le riprese tv che lo immortalano mentre intona il motivo nelle province italiane o nelle visite ufficiali all’estero.
“Gli italiani non lo dimenticheranno” scrive in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Continueranno ad apprezzarlo, e a considerarlo un esempio di competenza, di dedizione, di generosità, di passione”. Un “grande italiano e grande europeo”, aggiunge il capo dello Stato, che assicura a amici e familiari dell’ex presidente scomparso, il sostegno delle istituzioni per “tenere viva la memoria pubblica” di Ciampi. Mattarella parla di un dolore profondo, “sapendo di interpretare così l’animo degli italiani”, che hanno apprezzato, di Ciampi, lo “stile istituzionale”, la “fedeltà alla democrazia e alla Costituzione”. E’ stato “sempre attento alle parti più svantaggiate della società, sempre appassionato in quel lavoro di rafforzamento dei fili che legano il nostro popolo”.
Ci lascia uno dei padri. Se l’Italia è (ancora) un grande Paese la riconoscenza che dobbiamo a #Ciampi è enorme
— Enrico Letta (@EnricoLetta) 16 settembre 2016
Secondo Mattarella anche “grazie a uomini come Ciampi, l’Italia ha ottenuto e meritato un prestigio sul piano internazionale che oggi va a beneficio dell’intera nostra comunità”. Il capo dello Stato ricorda che “quando è stato chiamato, in uno dei passaggi più drammatici della vicenda repubblicana, ad assumere la guida del governo nazionale, ha adempiuto al proprio dovere mostrando altissime qualità, unite a un profondo rispetto per il Parlamento. E’ stato un vero uomo di Stato, che ha prestato con visioni lungimiranti il suo servizio in ruoli di grande rilevanza politica”. Ciampi – continua il Quirinale – ha legato il suo nome alla nascita dell’euro, e alla non scontata partecipazione dell’Italia al gruppo di testa. La determinazione di Ciampi è diventata un motore trainante per l’intero Paese”. Dall’altra parte “il suo magistero di unità ha incontrato l’ammirazione e il consenso degli italiani. Rinsaldare le radici storiche, ridare significato e valore ai simboli nazionali era per lui tutt’uno con la costruzione di un futuro migliore, di un’Italia aperta al mondo perché protagonista in Europa.
Tutto il mondo politico si unisce al cordoglio per la morte di Ciampi. “L’abbraccio del governo alla signora Franca – scrive su Twitter il presidente del Consiglio Matteo Renzi – E un pensiero grato all’uomo delle Istituzioni che ha servito con passione l’Italia”. Ciampi, aggiunge il presidente del Senato Piero Grasso, sarà ricordato come un modello di autentica virtù civile, una delle migliori espressioni della cultura democratica italiana”. “Tutto il Paese – dichiara la presidente della Camera Laura Boldrini – piange in queste ore la perdita di una grande figura di straordinaria integrità morale”.
A rompere il coro è il segretario della Lega Nord Matteo Salvini che, da Pontida, definisce Ciampi un “traditore”. “Al di là del cordoglio, politicamente è stato uno dei traditori dell’Italia e degli italiani, al pari di Napolitano e Prodi come gli altri si porta sulla coscienza il disastro sulle spalle di 50 milioni italiani”. “Politicamente parlando, è stato uno dei complici della svendita dell’Italia ai poteri forti”, ha aggiunto. Il presidente Grasso gli ha dato dello “sciacallo”.
L’Italia e l’Europa piangono un grande livornese, un fiero servitore dello Stato. Livorno abbraccia Franca #Ciampi pic.twitter.com/OYherBi0ck
— Filippo Nogarin (@nogarin) 16 settembre 2016
Una “figura straordinaria”, lo definisce il presidente emerito Giorgio Napolitano, che proprio da Ciampi fu nominato senatore a vita prima dell’elezione al Quirinale. “Sono sempre stato colpito dalla sua carica umana e dalla sua autorevolezza – racconta l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi – Infatti per queste sue grandi doti che gli sono stati affidati i compiti più alti proprio nei momenti di maggiore difficoltà del nostro Paese. Ogni volta in cui era necessario fare uscire l’Italia da problemi che sembravano insolubili si è fatto ricorso alla sua saggezza e alla sua umanità”. Per Massimo D’Alema Ciampi non è stato solo “uno straordinario uomo di Stato, ma molto di più: il presidente di tutti i cittadini, che ha cercato di restituire agli italiani l’orgoglio dell’appartenenza ad una comunità nazionale, l’orgoglio della nostra storia e dei nostri valori comuni”.
Papa Francesco ha spedito un telegramma alla vedova di Ciampi, Franca: “Ricoprì le pubbliche responsabilità con signorile discrezione e forte senso dello Stato” ricorda il pontefice che ricorda l’amicizia tra l’ex presidente e Papa Giovanni Paolo II.