Chiaro che i due frontrunner del settetto non possono che essere Lo chiamavano Jeeg Robot e Perfetti sconosciuti. I due film che hanno da un lato ottenuto un notevole successo al botteghino (5 milioni e 43mila euro per il film di Mainetti, 17milioni e 300mila euro per il film di Paolo Genovese) , e dell’altro un generale ed univoco plauso della critica nell’ultima stagione cinematografica, sembrano partire avvantaggiati sugli altri cinque. La storia del ladruncolo Enzo Ceccotti improvvisamente dotato di superpoteri dopo essere stato esposto ai rifiuti tossici del Tevere, e quella dei sette protagonisti (tre coppie e un single) convenuti ad una cena dove gli smartphone vengono appoggiati sul tavolo e tutti ne devono condividere sms e chiamate, vanno a sfiorare il terreno del cinema di “genere” (supereroi e commedia purissima) per un’Academy che potrebbe realmente annoverarli come una classica produzione hollywoodiana.
Anche Suburra di Sollima, cupo racconto sui giorni romani che accompagnano l’abbandono di Ratzinger e la caduta del governo Berlusconi tra killer della Magliana e politici corrotti, potrebbe risultare un solido film di genere in grado di attrarre l’interesse dell’Academy. Dietro di loro due classici prodotti autoriali del nostro star system cinematografico: Pericle il Nero di Mordini, con un nerissimo Riccardo Scamarcio giustiziere sui generis per un mafioso in Belgio, titolo italiano del Certain Regard di Cannes 2016; e Fuocammare, il documentario sugli sbarchi a Lampedusa che ha vinto il prestigioso Orso d’Oro a Berlino 2016.