“Lavoro, lavoro, lavoro, sicurezza, sovrani, padroni dei confini, della moneta e della Costituzione”. E’ la sintesi con la quale il segretario della Lega Matteo Salvini riassume la linea del partito che nel ventennale della dichiarazione di indipendenza della Padania si ritrova, come ogni anno a Pontida (Bergamo). Un occhio al referendum costituzionale: “La Carta si può cambiare, ma se la cambi come vuole Renzi rimaniamo schiavi dell’Europa per i prossimi 50 anni”. A chi gli domanda se slogan come quello sulla secessione, presente anche oggi a Pontida, siano attuali, Salvini risponde: “L’Italia di oggi è un’Italia di cui ci si vergogna perché dà 300 euro agli invalidi e 1000 euro alle cooperative che garantiscono gli immigrati. O sta insieme riconoscendo le diversità, come Miglio ha insegnato, oppure il Paese di oggi è un Paese di cui vergognarsi”. Quanto al futuro del centrodestra, il leader del Carroccio ribadisce che il suo interlocutore rimane Silvio Berlusconi. “Il mio interlocutore è lui, visto che con Giorgia Meloni l’accordo è sostanzialmente generale”. Per il delfino Stefano Parisi il messaggio rimane il solito: “Che cosa farà il resto del centrodestra lo dovrà decidere lui. Se ha coraggio viene dietro a noi, altrimenti la Lega è pronta a fare da sé”. E rilancia: “O con noi o con la Merkel: liberi o schiavi della moneta unica”. Quanto al laboratorio politico Energie per l’Italia di Parisi, i cui partecipanti Salvini aveva definito “mummie“, arriva una semplice precisazione: “Non vogliamo recuperare qualcuno che è solo a caccia di poltrone”

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Lega a Pontida, secessione nel cuore e manicaretti del Sud in pancia. Ma l’Italia è sempre “di merda”

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