Sono stati picchiati da due giovani di Caserta, entrambi con precedenti, che fumavano a bordo e che sono stati arrestati per tentato omicidio. Per la donna, 60 anni, prognosi di otto giorni
Roma, metro B, domenica pomeriggio. Due ragazzi accendono una sigaretta a bordo. Un uomo, 37 anni, si rivolge a loro: “Qui non si fuma”, gli dice. Poche parole che fanno scattare un diverbio violento, che degenera presto in un pestaggio: i due fumatori iniziano a picchiare lui e la madre, anche lei a bordo. Un’aggressione violenta che gli causa un trauma cranico, fratture alla scatola cranica e un’emorragia cerebrale. Secondo quanto si apprende da fonti ospedaliere la vittima non ha mai perso conoscenza, è vigile e collabora con i medici e in giornata sarà sottoposto ad un intervento chirurgico di fissazione e stabilizzazione delle fratture sul cranio. I medici si dicono moderatamente ottimisti. Per lei, 60 anni, varie contusioni e una prognosi di otto giorni.
L’episodio è avvenuto il 18 settembre intorno alle 15.30. La donna e il figlio, scesi alla fermata di piazza Bologna, sono stati poi soccorsi e trasportati all’ospedale Umberto I. La segnalazione è arrivata alla sala operativa e, quando i poliziotti del commissariato San Lorenzo, Porta Pia e reparto volanti, sono giunti a piazza Bologna, gli aggressori si erano già allontanati. Grazie alla descrizione fornita però, gli agenti li hanno rintracciati e i due sono stati successivamente riconosciuti dalle due vittime.
Uno di loro ha reagito agli agenti e ha danneggiato l’auto di servizio. Bloccati, sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio e si trovano ora a Regina Coeli. Si tratta di due giovani di Caserta, di 24 e 26 anni, con precedenti per rapina e spaccio. I due erano nella Capitale per una ‘toccata e fuga’. Sarebbero risultati estranei all’aggressione gli altri due giovani che erano con loro sul convoglio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, madre e figlio, entrambi residenti a Tivoli, erano saliti in metro a Termini in direzione Rebibbia per fare rientro a casa. E intanto l’Atac ha scaricato le registrazioni delle telecamere per metterle a disposizione degli inquirenti.