L’Alzheimer e le altre forme di demenza affliggono oltre un milione e 200 mila persone nel nostro Paese, si calcola che nei prossimi vent’anni una famiglia italiana su quattro avrà un parente malato e il numero delle persone affette da una forma di demenza è destinato a triplicarsi entro il 2050. Per questo la ricerca sul morbo continua incessante, incassando qualche volta anche risultati insperati come l’individuazione recente della firma genetica della malattia.
La maggioranza dei pazienti con questo disturbo sono over 65, in Italia una persona malata di Alzheimer costa circa 22mila euro l’anno per famiglia. Secondo alcuni studi poi nel 50% dei casi uno dei famigliari è costretto a lasciare il lavoro prima del tempo per assistere la persona malata. Di questo e altro si è discusso a Roma durante la presentazione dell’intesa Airalzh-Coop al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Alla vigilia della giornata mondiale della malattia la fondazione Igea Onlus con l’Università di Roma e l’associazione Alzheimer Roma Onlus, hanno lanciato la campagna dei test gratuiti per diagnosticare la malattia. Un controllo preventivo spesso è fondamentale perché, come evidenziano gli esperti, l’Alzheimer inizia a diffondersi silenziosamente 10-15 anni prima che appaiano i sintomi e negli anni distrugge milioni di neuroni. Anticipare la patologia evita quindi danni irreversibili.
I ricercatori del Centro della complessità e dei biosistemi dell’università degli Studi di Milano hanno ideato un test che riduce il rischio di risultati sbagliati. Malattie come l’Alzheimer sono caratterizzate all’anomala aggregazione di proteine come la beta-amiloide o la alfa-sinucleina. Individuare la formazione di questi accumuli prima della comparsa dei sintomi della patologia oggi è praticamente impossibile, ma in futuro potrebbe diventare un ipotesi possibile. Su quantità così piccole è alto il pericolo di ottenere risultati inesatti. È necessario dunque trovare un modo per minimizzare questi rischi di misurazione. I ricercatori dell’Università degli Studi di Milano sono riusciti a sviluppare un test in grado di determinare l’esatta quantità di aggregati anomali. “Questo è un importante esempio di un modello realizzato a computer che può fornire la base per lo sviluppo di un test clinico in grado di diagnosticare una malattia neurodegenerativa prima che essa si manifesti”, ha commentato la biologa Caterina La Porta, che ha diretto i lavori del gruppo di ricerca milanese.
Sul tema dell’Alzheimer, dei costi e del lavoro è poi intervenuta Patrizia Spadin, presidente dell’Associazione nazionale malattia di Alzheimer-Aima, che ha scritto una lettera a Tito Boeri, presidente dell’Inps. “Meno parole e più fatti per tutelare i malati italiani di Alzheimer e le loro famiglie. A loro bisogna dare un segnale, azioni concrete per non dimenticare chi dimentica”. Nella lettera poi si legge: “Siamo consapevoli che nel nostro Paese ci sono realtà virtuose regionali e locali, istituzionali e associative, che ben funzionano e ben tutelano malati e familiari. Ma converrà con noi che proprio queste realtà positive rischiano di essere addirittura discriminanti nei confronti di tutti quei malati (la maggior parte) che non possono avervi accesso. Sono talmente tali e tanti (ancora oggi) i diritti dei malati e dei familiari che non trovano risposta che le celebrazioni trionfalistiche, le vetrine, le autopromozioni di questo periodo (almeno quelle che non corrispondono a una reale ‘presa in carico’) non fanno altro che evidenziare il vuoto di regia e strategia nazionale”.
La Spadin poi prosegue: “Le famiglie non hanno alternative: se non riescono ad assistere il malato al domicilio (24 ore al giorno di assistenza impegnativa, faticosa, spesso dolorosa) – osserva – devono rivolgersi alle strutture di assistenza residenziale, i cui costi sono sempre più inarrivabili per una famiglia “normale”. È per tutte queste ragioni, presidente – conclude – che le chiediamo di assumere una iniziativa per trovare soluzioni più ragionevoli che, senza nulla togliere alla legittima necessità dell’Istituto da lei presieduto di tutelarsi dall’eccesso di ricorsi, evitino di far ricadere tutto ciò su pazienti e familiari già così duramente colpiti”. Intanto la ricerca prosegue la battaglia e pochi giorni fa da Zurigo è arrivata la notizia che un farmaco in fase sperimentale “rallenta il declino cognitivo”.
Scienza
Alzheimer, “nei prossimi vent’anni una famiglia italiana su quattro avrà un parente malato”
Il numero è destinato a triplicarsi entro il 2050. A Roma, in occasione della Giornata mondiale, è stata lanciata la campagna dei test gratuiti per diagnosticare la malattia. La presidente dell’Associazione nazionale malattia di Alzheimer-Aima, Patrizia Spadin, scrive al presidente dell'Inps Tito Boeri: "Servono azioni concrete per non dimenticare chi dimentica"
L’Alzheimer e le altre forme di demenza affliggono oltre un milione e 200 mila persone nel nostro Paese, si calcola che nei prossimi vent’anni una famiglia italiana su quattro avrà un parente malato e il numero delle persone affette da una forma di demenza è destinato a triplicarsi entro il 2050. Per questo la ricerca sul morbo continua incessante, incassando qualche volta anche risultati insperati come l’individuazione recente della firma genetica della malattia.
La maggioranza dei pazienti con questo disturbo sono over 65, in Italia una persona malata di Alzheimer costa circa 22mila euro l’anno per famiglia. Secondo alcuni studi poi nel 50% dei casi uno dei famigliari è costretto a lasciare il lavoro prima del tempo per assistere la persona malata. Di questo e altro si è discusso a Roma durante la presentazione dell’intesa Airalzh-Coop al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Alla vigilia della giornata mondiale della malattia la fondazione Igea Onlus con l’Università di Roma e l’associazione Alzheimer Roma Onlus, hanno lanciato la campagna dei test gratuiti per diagnosticare la malattia. Un controllo preventivo spesso è fondamentale perché, come evidenziano gli esperti, l’Alzheimer inizia a diffondersi silenziosamente 10-15 anni prima che appaiano i sintomi e negli anni distrugge milioni di neuroni. Anticipare la patologia evita quindi danni irreversibili.
I ricercatori del Centro della complessità e dei biosistemi dell’università degli Studi di Milano hanno ideato un test che riduce il rischio di risultati sbagliati. Malattie come l’Alzheimer sono caratterizzate all’anomala aggregazione di proteine come la beta-amiloide o la alfa-sinucleina. Individuare la formazione di questi accumuli prima della comparsa dei sintomi della patologia oggi è praticamente impossibile, ma in futuro potrebbe diventare un ipotesi possibile. Su quantità così piccole è alto il pericolo di ottenere risultati inesatti. È necessario dunque trovare un modo per minimizzare questi rischi di misurazione. I ricercatori dell’Università degli Studi di Milano sono riusciti a sviluppare un test in grado di determinare l’esatta quantità di aggregati anomali. “Questo è un importante esempio di un modello realizzato a computer che può fornire la base per lo sviluppo di un test clinico in grado di diagnosticare una malattia neurodegenerativa prima che essa si manifesti”, ha commentato la biologa Caterina La Porta, che ha diretto i lavori del gruppo di ricerca milanese.
Sul tema dell’Alzheimer, dei costi e del lavoro è poi intervenuta Patrizia Spadin, presidente dell’Associazione nazionale malattia di Alzheimer-Aima, che ha scritto una lettera a Tito Boeri, presidente dell’Inps. “Meno parole e più fatti per tutelare i malati italiani di Alzheimer e le loro famiglie. A loro bisogna dare un segnale, azioni concrete per non dimenticare chi dimentica”. Nella lettera poi si legge: “Siamo consapevoli che nel nostro Paese ci sono realtà virtuose regionali e locali, istituzionali e associative, che ben funzionano e ben tutelano malati e familiari. Ma converrà con noi che proprio queste realtà positive rischiano di essere addirittura discriminanti nei confronti di tutti quei malati (la maggior parte) che non possono avervi accesso. Sono talmente tali e tanti (ancora oggi) i diritti dei malati e dei familiari che non trovano risposta che le celebrazioni trionfalistiche, le vetrine, le autopromozioni di questo periodo (almeno quelle che non corrispondono a una reale ‘presa in carico’) non fanno altro che evidenziare il vuoto di regia e strategia nazionale”.
La Spadin poi prosegue: “Le famiglie non hanno alternative: se non riescono ad assistere il malato al domicilio (24 ore al giorno di assistenza impegnativa, faticosa, spesso dolorosa) – osserva – devono rivolgersi alle strutture di assistenza residenziale, i cui costi sono sempre più inarrivabili per una famiglia “normale”. È per tutte queste ragioni, presidente – conclude – che le chiediamo di assumere una iniziativa per trovare soluzioni più ragionevoli che, senza nulla togliere alla legittima necessità dell’Istituto da lei presieduto di tutelarsi dall’eccesso di ricorsi, evitino di far ricadere tutto ciò su pazienti e familiari già così duramente colpiti”. Intanto la ricerca prosegue la battaglia e pochi giorni fa da Zurigo è arrivata la notizia che un farmaco in fase sperimentale “rallenta il declino cognitivo”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".