IMPREPARATI? FORSE, MA PER COLPA DEL MINISTERO – Persino la stessa motivazione addotta dalla Giannini si può rivoltare come un boomerang contro il Ministero. Ammesso (e non concesso) che i docenti fossero impreparati (cosa che può essere valida solo per alcuni di loro, non certo il 50%), la colpa è di chi li ha formati. Al concorso erano ammessi solo docenti abilitati, che hanno studiato nelle università italiane per guadagnare quel titolo: i Tfa addirittura superando delle difficili prove preselettive, i Pas comunque frequentando un corso di un anno. Ma nei programmi di abilitazione, ad esempio, non c’era traccia d’inglese (né un esame, o un’ora di lezione), pure richiesto nelle prove (sia scritte che orali) del concorsone. Senza dimenticare che da viale Trastevere c’era stata poca chiarezza anche sui contenuti del concorso. Più nozionistico o didattico? Il Miur non ha fornito simulazioni, ma neppure indicazioni concrete se non programmi sconfinati sull’intero scibile umano. I candidati si sono seduti sui banchi senza sapere cosa li avrebbe attesi. E i risultati si sono visti.
Twitter: @lVendemiale