Il Pd e il centrodestra hanno chiesto la revoca della delibera del 23 agosto per individuare una società che possa svolgere una ricognizione sui debiti della città verso le aziende partecipate. La sindaca ha confermato l'atto e ha sottolineato che, prima di assegnare l’incarico con gara pubblica, ci saranno le attività di controllo di un gruppo di lavoro interno
L’audit esterno sul debito sarebbe illegittimo. Lo hanno sostenuto gli oppositori di Chiara Appendino nel consiglio comunale di lunedì, durante il quale hanno chiesto la revoca della delibera del 23 agosto per individuare una società che possa svolgere una ricognizione sui debiti della città verso le aziende partecipate. Secondo loro non è legittimo assegnare all’esterno un incarico che può essere svolto all’interno del comune, si rischierebbe una sanzione. Tuttavia la sindaca M5S è decisa ad andare avanti: conferma la delibera e sottolinea che, prima di assegnare l’incarico all’esterno mediante gara pubblica, ci saranno le attività di controllo di un gruppo di lavoro interno.
L’attacco è arrivato lunedì tramite un’interpellanza firmata da cinque capigruppo dell’opposizione, poi discussa in aula: Stefano Lorusso (Pd), Osvaldo Napoli (Forza Italia), Roberto Rosso (Centro), Alberto Morano (lista civica del centrodestra) e Francesco Tresso (lista civica del centrosinistra). Nel documento ribadiscono che bisogna verificare “che all’interno dell’ente non ci sia alcun dipendente in grado di svolgere tale attività”, la cui assenza sarebbe addirittura “surreale”.
“Credete forse che il direttore delle risorse finanziarie non sia adeguato a fare la ricognizione”, ha affermato in aula il dem Lorusso, ex assessore della giunta di Piero Fassino. Altri, come Rosso e Morano, hanno detto di apprezzare lo spirito dell’iniziativa della giunta M5S, anche perché, ha sottolineato il secondo, dalla lettura dei bilanci di aziende partecipate emergono molti “disallineamenti” (lo diceva facendo il gesto delle virgolette) dubbi. Non ci sono soltanto quelli già noti della Gtt, azienda del trasporto pubblico locale, per un ammontare di circa 40 milioni di euro, ma anche quelli emersi dal bilancio di Amiat, una partecipata indiretta che si occupa della raccolta dell’immondizia. Altri crediti vantati dalla società verso il Comune per 120 milioni di euro di cui non emergerebbe nessuna traccia nell’ultimo bilancio della città.
Tuttavia le procedure descritte nella delibera di agosto non sarebbe corrette. Ad esempio, sarebbe sbagliato non aver determinato subito l’importo dell’incarico e sarebbe sbagliato retribuirlo in base ai “risparmi di spesa che sarà possibile conseguire”. “La verifica dei conti non porta a nessun risparmio” con cui pagare le consulenze, ha sottolineato Morano.
Per questo scrivono nell’interpellanza che per loro è un “grave errore” in base al quale Appendino dovrebbe revocare la deliberazione, “che non è solo viziata da gravi profili di illegittimità, ma contraddice palesemente lo spirito delle disposizioni normative finalizzate a contenere la spesa pubblica in consulenze a privati laddove si possa attingere a professionalità interne all’ente”.
“La delibera è legittima dal punto di vista tecnico e dal punto di vista politico, me ne prendo io la responsabilità”, ha detto la sindaca difendendo l’operato dell’assessore al bilancio Sergio Rolando. Tuttavia la giunta è così corsa ai ripari, rendendo più precisa la procedura: “Si è costituito un gruppo di lavoro che opererà per 45 giorni”, ha affermato in modo stringato la sindaca M5S. Soltanto al termine di questa verifica interna, se resteranno ancora delle incongruenze tra i crediti e i debiti della città con le sue partecipate, verrà fatta una gara per trovare un advisor esterno capace di fare una ricognizione parziale dei conti.
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