Mi perdonerete se, per questo post, prendo spunto da un’esperienza personale, ma a volte capitano coincidenze che ti fanno riflettere.
Dunque la settimana scorsa ho passato qualche giorno in Puglia, per partecipare al festival culturale Lector in fabula di Conversano. Mi è parso di stare in un ambiente meraviglioso: dibattiti sempre affollati, organizzazione precisa, cento ragazzi delle scuole superiori impegnati come volontari in varie mansioni sempre attenti ed entusiasti, amministratori pubblici, come il sindaco di Conversano, appassionati ed efficienti nella cura della propria città. Ho visto antiche case trasformate in residenze turistiche con grande eleganza, ho gustato cibi squisiti sia nelle trattorie convenzionate con il festival sia in altri ristoranti sempre gestiti con professionalità e piacere dell’ospitalità. Domenica ho seguito un dibattito tra Oscar Buonamano, Giorgio Zanchini, Fabio Renzi e Paolo Verri, l’uomo che ha fatto di Matera la capitale europea della cultura.
Lì ho capito che il miracolo pugliese è frutto di un perfetto equilibrio tra globale e locale di un progetto nato per opera di Nichi Vendola che consente di esportare la conoscenza di un territorio e dei suoi prodotti agricoli, manifatturieri, culturali depurandoli dal localismo, dal pittoresco, dal provinciale. La degustazione offerta da alcuni produttori, che ha seguito l’incontro, ha ben chiarito i concetti.
Una mattina – scusate se proseguo con un racconto personale, ma è molto istruttivo – seguendo una dritta fornita da una simpatica giornalista barese, vado al mare in un posto detto “Porto Ghiacciolo” nei pressi di Monopoli. È una spiaggina di quelle che si crede esistano solo nei film, incastonata tra una scogliera e una rocca con una fortezza-monastero. Metà della spiaggia è rigorosamente libera (lo segnalo ad Alessandra Appiano reduce dalla disavventura raccontata sul suo blog), l’altra metà è gestita da alcuni ragazzi che hanno disposto parcamente lettini e ombrelloni. Per accedervi mi chiedono 5 euro per due persone. Stento a crederci e mi accomodo.
Ma è da qui che nascono i problemi, perché, tornato a casa, leggo che Briatore ha detto in un incontro con imprenditori turistici a Otranto che questo non va bene. Borghi puliti e restaurati, musei interessanti, buon cibo e spiagge libere o quasi non servono a niente, servono invece hotel a 5 stelle sul mare, posti per gli yacht e tanta movida per quelli che vogliono spendere ventimila euro al giorno e che se gli chiedono 5 euro per l’ombrellone si offendono.
Allora c’è una domanda a cui non so rispondere: ma perché i ricchi sono così scemi da non apprezzare i cibi buoni, i borghi ben tenuti, i siti culturali ben protetti, le spiagge ben gestite? Sono tutti così o solo gli amici di Briatore? In ogni caso vorrei esprimere il mio auspicio. Spero che la Puglia continui sulla strada finora percorsa. Se ai ricchi proprio non piace, possono andare altrove, lasciando a noi poveracci il privilegio di goderci certe delizie.