La prima volta del Cavallino alla kermesse francese, la prossima settimana. Finora le "ammiraglie" montavano solo dodici cilindri a V, ora la svolta: è una GT di nuova concezione, più vicina all'utilizzo urbano
Se prima c’erano Ferrari a quattro posti spinte solo da motori dodici cilindri a V, adesso il vento è cambiato. L’etoile di Maranello (appena svelata) al prossimo salone di Parigi sarà infatti la Gtc4 Lusso T: per l’occasione verrà equipaggiata da un V8 3.9 turbo da 610 cavalli. Che, attenzione, non andrà a sostituire ma ad affiancare il V12 d’ordinanza.
Parlare tuttavia di Ferrari “da tutti i giorni” non sembra del tutto appropriato, anche se il comunicato parla di un’auto “dedicata a chi la usa con frequenza“. Più condivisibile, forse, il passaggio in cui si afferma che “le caratteristiche del V8 ben si adattano all’utilizzo in contesto urbano“. La 2+2 del Cavallino, da qualsiasi parte la si veda, è comunque vettura esclusiva e impegnativa, com’è giusto che sia quando si parla di Ferrari.
I numeri di questo V8, del resto, parlano chiaro: accelerazione da 0 a 100 orari in tre secondi e mezzo (3,4 con la V12) e velocità di punta di oltre 320 km/h (335 orari con la V12). Altro che “ridimensionamento”, queste sono prestazioni da sportiva di razza. Magari gestibili meglio, ma sempre importanti.
E per “gestibili” s’intende che, oltre alla sportività, i tecnici di Maranello hanno attenzionato, sviluppandoli, anche altri temi come la versatilità. O i consumi, che si fermano a 11,6 litri di carburante ogni cento chilometri, anche se francamente il portafogli (il listino partirà presumibilmente da ben oltre 200 mila euro) non è mai un problema per chi acquista un’auto del genere.
Dal punto di vista tecnico c’è da segnalare che mentre la versione col V12 può contare sulle quattro ruote motrici, questa col V8 ha invece la trazione posteriore. L’asse posteriore, infine, ha pure le ruote sterzanti, che interagiscono con la messe di sistemi di controllo dinamici disponibili.