Secondo il presidente dell'ong, Winnie Byanyima, l'abuso fiscale di individui e grandi gruppi fa perdere agli Stati più poveri "170 miliardi di dollari l'anno in entrate di cui hanno disperatamente bisogno"
Duecentoquaranta miliardi di dollari: a tanto ammonta il costo annuale dell’elusione fiscale delle multinazionali a danno dei Paesi in tutto il mondo. Lo afferma in una nota il direttore di Oxfam International, Winnie Byanyima. Il quale aggiunge un altro dato: “Le pratiche di abuso fiscale di individui e grandi corporation fanno perdere ai Paesi poveri 170 miliardi di dollari l’anno in entrate di cui hanno disperatamente bisogno”.
L’annuncio arriva a poche ore dalle rivelazioni dell’International Consortium of Investigative Journalists, che dà conto dell’esistenza di oltre 175.000 società di comodo registrate alle Bahamas tra il 1990 e il 2016 e collegate a nomi influenti della politica ed economia mondiale, tra cui anche la ex commissaria alla Concorrenza Ue Neelie Kroes.
L’elusione fiscale, si legge nella nota di Oxfam, “impatta sul rispetto dei diritti umani. Compromette la vita di moltissimi e danneggia le società in modo irrevocabile. Al dilagare sempre più allarmante di questi abusi si deve mettere perentoriamente fine. Per questo Oxfam chiede la creazione di un comitato intergovernativo, sotto l’egida delle Nazioni Unite, con il mandato di riformare l’attuale sistema fiscale globale le cui falle sono sotto gli occhi di tutti”. La nuova inchiesta internazionale dell’ICIJ sulle società anonime e trust alle Bahamas, sottolinea inoltre Byanyima, “ci dice quanto diffuso e accettato sia il ricorso all’abuso fiscale tra potenti della politica e dell’economia in tutto il mondo”.